Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco e del Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Una delle principali misure riguarda il “Servizio Sanitario Nazionale”: sono stati stanziati 400 milioni di euro, suddivisi tra le regioni e province autonome, per far fronte ai rincari nel settore ospedaliero, incluse Rsa e strutture private accreditate.
Al riparto delle risorse potranno accedere tutte le Regioni e Pa, ma servirà un decreto di Mef e Salute. Si tratta, dunque, di 400 milioni di euro per il Fondo sanitario che, sommati al miliardo stanziato con l’assestamento di bilancio di agosto, fanno aumentare il F.S.N. 2022 di 1,4 miliardi.
Le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano potranno riconoscere alle strutture sanitarie private accreditate un contributo una tantum, a valere sulle nuove risorse stanziate, “in proporzione al costo complessivo sostenuto nel 2022, per utenze di energia elettrica e gas, a fronte di apposita rendicontazione da parte della struttura interessata e fermo restando la garanzia dell’equilibrio economico del Servizio Sanitario Regionale”.
Sicuramente non può essere sufficiente lo stanziamento, ma è un segnale importante, anche perché i fondi sono destinati esclusivamente alle aziende del servizio sanitario nazionale e non genericamente agli enti locali come accadeva in passato.
Governo e Parlamento hanno preso atto che il settore sanitario non può essere abbandonato ai rincari, facendo gravare maggiormente la crisi energetica proprio su quelle strutture che devono garantire servizi primari.
Tuttavia è fondamentale che si ragioni su un programma pluriennale, sulla scorta ad esempio dell’ex art. 20 o del PNRR, che conduca, con i dovuti incentivi, alla trasformazione e all’utilizzo di fonti energetiche alternative e meno impattanti anche sui bilanci tramite l’innovazione tecnologica data, ad esempio, dal riutilizzo dei rifiuti, dai nuovi impianti di cogenerazione di energia elettrica, dal fotovoltaico, e di tutte le nuove forme di transizione energetica.
Le strutture sanitarie hanno dimostrato, soprattutto nell’ultimo biennio, una straordinaria capacità di risposta in situazioni difficili, senza mai far venir meno la qualità dell’offerta. Anche in questo contesto di crisi economica il comparto sanità privata si mostra coeso nell’affrontare le difficoltà, ma diventa più che mai impellente prevedere un sistema di defiscalizzazione degli investimenti in efficientamento energetico, per ottimizzare prestazioni di strutture che hanno dimostrato essere indispensabili.
Per questo plaudiamo allo stanziamento del Decreto, che non può però rappresentare una misura estemporanea, considerato l’orizzonte temporale preoccupante e che ci vede andare incontro alle stagioni che assorbono maggiormente risorse dal punto di vista energetico e del gas.