Battuta d’arresto. Sono trascorsi ormai oltre cinque anni di ritardo rispetto al termine (di 180 gg!) previsto dalla legge Gelli ed eravamo entrati nell’ordine di idee che la legge Gelli Bianco era ormai diventata operativa con l’emanazione del Regolamento, atto formale col quale si dava completezza esecutiva e invece è tutto sospeso.
In realtà il possibile approssimarsi della conclusione dei lavori ha riportato in emersione alcuni, e in qualche modo contrapposti, malcontenti da parte di una parte degli stakeholder interessati. In effetti già di per sé il tempo trascorso doveva far immaginare che l’impianto così come congegnato aveva dei punti deboli e di complessa soluzione. La Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e ogni altro Ente interessato ha impiegato un periodo travagliato per raggiungere un’intesa, condizione essenziale per la trasmissione al Consiglio di Stato per il parere, passaggio tutt’altro che formale.
Con provvedimento diramato lo scorso 22 giugno il Consiglio di Stato ha sospeso il proprio parere consultivo sul testo dello schema di Regolamento trasmessogli dal Mise ed avente ad oggetto i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e per gli esercenti le professioni sanitarie, (nonché le condizioni di operatività delle “analoghe misure” e la previsione nel bilancio delle strutture di un fondo rischi e di un fondo costituito dalla messa a riserva per competenza dei risarcimenti relativi ai sinistri denunciati).
La Sezione Consultiva per gli atti amministrativi del Consiglio di Stato ha avanzato la richiesta di una serie di chiarimenti in via interlocutoria, meritevoli di attenzione, per quel che attiene alla disciplina del bonus malus e del recesso. Cinque anni per l’intesa, meno di un mese per per emanare un provvedimento di sospensione dalla data di ricevimento degli atti dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Tutto sospeso fino a che non vengano dati i sufficienti chiarimenti.
La Sezione ha eccepito alcuni difetti formali che in verità nascondono questioni sostanziali. In particolare, si afferma l’indispensabilità del coinvolgimento delle parti sociali attraverso la ricezione di documenti concernenti la propria posizione sul testo di Regolamento proposto. La Sezione a questo proposito ha rammentato che anche in passato si era espressa circa la ammissibilità della ricezione diretta di contributi scritti provenienti anche da soggetti privati interessati ai provvedimenti.
Gli ostacoli palesati dalla Sezione al l’emanazione del Regolamento sono di natura sostanziale. Nel provvedimento infatti sono elencati i temi più cruciali della Legge Gelli, espressi dall’Ania e in gran parte condivisi dall’AIBA :
- l’introduzione del Bonus/Malus (non prevista nella legge) e comunque poco aderente al profilo della sinistrosità della RC Sanitaria;
- l’incompletezza delle eccezioni previste in caso di azione diretta verso l’assicuratore;
- l’insoddisfacente introduzione della inefficacia della copertura assicurativa nel caso di mancato rispetto delle regole circa la formazione obbligatoria;
- la presunta illegittimità della limitazione del diritto di recesso da parte dell’assicuratore;
- la disparità di trattamento delle norme relative alla creazione dei Fondi Riserva Sinistri e Rischi applicate alle compagnie di Assicurazione ed alle Strutture Sanitarie.
Oltre alle eccezioni elencate, da più parti ne sono state mosse altre, quali:
- l’assenza nelle Definizioni del termine “Fatti Noti”, assenza che determina incertezza circa l’effettiva sussistenza della copertura in regime di Claims made;
- l’obbligo di liquidazione integrale del danno da parte dell’assicuratore anche in caso responsabilità condivisa con altro sanitario assicurato con altra compagnia;
Pertanto è ancora lunga e irta la strada per raggiungere la dovuta sintesi e contemperare gli interessi con le legittime aspettative delle parti. Si resta in attesa di uno strumento che sblocchi la sospensione del “via” alla emanazione del Regolamento.
Difficile prevedere quale sarà il futuro iter del provvedimento. Sicuramente le Parti saranno richiamate a condurlo fuori dallo stallo, approcciando alla questione con un nuovo spirito, nel comune interesse di vedere al più presto integralmente regolamentata una materia che riguarda non soltanto centinaia di migliaia di operatori sanitari ma tutti i cittadini italiani sul tema di una delle loro fondamentali garanzie costituzionali.