COMUNICATO 14 OTTOBRE 2025
Anche gli oncologi lo chiedono a gran voce: oltre il 63% si sbilancia a favore dell’eutanasia, mentre il 90% dei clinici chiede regole chiare sulla gestione dei pazienti terminali. E’ alta la percentuale dei clinici che afferma di non essere in grado o meglio, di non essere abbastanza preparata per assistere un malato terminale di cancro, anche per l’insufficienza delle cure palliative.
L’emergenza di legiferare, di regolamentare un tema così importante è di fondamentale importanza proprio per i medici a stretto contatto con il fine vita, anche al fine di chiarire il ruolo dell’idratazione e nutrizione artificiale, che per il 50% dei clinici costituiscono trattamenti medici e per l’altra metà terapie di supporto. L’attuale testo unificato del disegno di legge in materia di morte medicalmente assistita (“Modifica all’articolo 580 del Codice penale e ulteriori disposizioni esecutive della sentenza n. 242 della Corte costituzionale del 22 novembre 2019”) contiene secondo gli oncologi diverse criticità. La proposta normativa esclude il Servizio sanitario nazionale dalla fase attuativa della procedura e non viene indicato il soggetto chiamato ad assistere la persona, prescrivere o fornire i farmaci, o supervisionare questa delicatissima fase. Le spese per queste pratiche non devono essere a carico dei cittadini.
Si tratta di regolamentare condizioni in linea con i criteri stabiliti dalla Corte Costituzionale, cioè grave sofferenza fisica o psicologica, capacità di prendere decisioni libere e consapevoli riguardo a patologie irreversibili e con dipendenza da trattamenti di sostegno vitale.
I recenti emendamenti al disegno di legge prevedono che la verifica dei requisiti passi da un doppio vaglio: prima i comitati etici territoriali, con parere non vincolante entro 60 giorni, poi il Centro di coordinamento nazionale, con parere obbligatorio entro ulteriori 60 giorni, prorogabili di 30 giorni. Un percorso troppo lungo perché si può arrivare fino a cinque mesi, quando il paziente potrebbe non essere più in vita.
Le disposizioni anticipate di trattamento sono fondamentali, ma ancora poco in uso, servirebbe maggiore consapevolezza e conoscenza, nonché semplificazione della procedura.
Sarebbe necessario rendere disponibili per tutti i malati oncologici le cure palliative contemporaneamente alle cure contro il cancro, compresa la sedazione palliativa nell’ultima parte del percorso. Nel momento in cui il paziente le richiede o il medico le consiglia devono essere subito disponibili, costituendo un prerequisito e non una conseguenza.