COMUNICATO 10 DICEMBRE 2025
Il fallimento dei test, o meglio dell’esame di entrata (così inizialmente era stato chiamato) per la Facoltà di Medicina e Chirurgia si è rivelato un vero e proprio fallimento. A distanza di qualche giorno dai risultati pubblicati, la cosiddetta procedura di selezione dei medici del domani è stata un vero e proprio flop che mina seriamente il futuro di una intera generazione di aspiranti medici.
La prima sessione dei tre esami, lo si ribadisce esami a test, per le materie di fisica, chimica e biologia, tenutasi a livello nazionale il 3 dicembre scorso, secondo i dati ufficiali diffusi dalle università pubbliche italiane ha rilevato il non superamento del punteggio minimo obbligatorio per una percentuale che oscilla fra l’83% e il 92%: un risultato disarmante e certamente fallimentare, ma non per gli aspiranti, ma certamente per il sistema ideato che doveva sostituire il test di entrata e il numero chiuso, ma nella realtà si è rivelato ancora più iniquo del precedente.
Per chi affermava in merito alla paura della categoria dei medici del domani, della saturazione dei posti, della sovrabbondanza di medici che il nuovo sistema di accesso avrebbe creato, ora si assiste ad una controvalutazione e si ascoltano dichiarazioni del tutto opposte e contraddittorie a prima della riforma.
Ad esempio, per dare due dati fra nord e sud: alla Facoltà di Medicina dell’Università di Milano sono risultati idonei solo 293 studenti su 3560 per 728 posti, a quella di Bari solo 218 su 2655 per 534 posti. Solo settemila studenti su oltre diciannovemila hanno ottenuto il lasciapassare per l’iscrizione vera e propria.
Una morte annunciata da alcuni dal momento che il decreto legge che modificava l’accesso alla facoltà di Medicina era successivo al bando di concorso, dove il punteggio veniva modificato il punteggio delle domande sbagliate da -0,25 a -0,10. Inoltre il semestre filtro, in realtà era poco più di un bimestre nel quale era praticamente impossibile effettuare i programmi di tre colossi quali: fisica, chimica e biologia.
Inoltre devono ricordarsi le condizioni nelle quali si è chiesto ai nuovi potenziali iscritti di effettuare le lezioni. Lezioni in modalità mista: alcuni studenti in presenza con aule sovraffollate, altri on line con collegamenti non sempre ottimali, programmazione non concordata prima, dunque disorganizzazione nei corsi e nei programmi, infattibili in poco più di due mesi. Dunque un sistema che non tutela il diritto allo studio, costituzionalmente garantito, ma lo fa sprofondare in modo definitivo.
La responsabilità non è degli studenti, ma della disorganizzazione con la quale ab initio è stata concepita questa sorta di riforma che toglie la possibilità pe run intero anno a studenti volenterosi di diventare medici di rimanere fermi per almeno un anno e non per impreparazione, ma per un sistema che si sapeva non poteva funzionare.
Il sistema era stato provato in Francia, nazione nella quale si sta decidendo di abbandonarlo, soprattutto perché si è dimostrato che è deleterio per la stabilità psicofisica dello studente. Secondo vari studi effettuati su un campione di oltre centomila studenti francesi, il semestre filtro ha causato stati depressivi e tendenze suicidarie in circa il 27% degli iscritti.
Un record negativo che avrebbe dovuto far riflettere bene prima di emularlo.
Ora si attende la seconda possibilità che per una questione di equità non sarà diversa dalla prima e dunque lascerà, molto verosimilmente, a casa, studenti brillanti con il sacro fuoco e la vocazione per la medicina che non verranno selezionati e non potranno iscriversi per un sistema che per i più ha già fallito.

