In data 21 giugno alle 14 si è tenuta, nella sede della giunta della Regione Marche, la riunione convocata dall’assessore alla sanità e ai servizi sociali Filippo Saltamartini, che ha manifestato l’intenzione di ascoltare il parere dei gestori e capire le criticità espresse dagli stessi sul tema della concorrenza:
Legge 118 del 5 agosto 2022 – legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 (22G00126) (GU Serie Generale n.188 del 12-08-2022 e Decreto Ministeriale 19 dicembre 2022.
Alla riunione erano presenti, oltre all’assessore Saltamartini, il direttore del servizio salute della regione Marche dottor Draisci, il dirigente responsabile dell’integrazione sociosanitaria dottor Masera e il dirigente responsabile delle autorizzazioni ed accreditamento dottor Nocchi. In rappresentanza dei gestori c’erano oltre al dott. Francesco Prioglio quale rappresentante ACOP per il settore sociosanitario, Brizioli di Aiop Rsa, Mancinelli di Legacoop, Sordoni di Confcooperative, Vichi in rappresentanza dei gestori no profit, Casavecchia per le ASP e Ciacci per gli operatori nel campo delle dipendenze patologiche.
Molti sono stati gli interventi che hanno sottolineato le criticità di una rete extraospedaliera convenzionata che sta facendo i conti contemporaneamente con la particolare contingenza socioeconomica e i primi passi di una riforma della sanità marchigiana ancora in itinere:
– La legge 118/2022 e il decreto ministeriale successivo non dovrebbero includere la sanità e il mondo sociosanitario. Nonostante l’Europa non la inserisca, lo Stato e la Regione invece coinvolgono tutto il mondo della sanità e del sociosanitario dell’ambito della concorrenza. È stata fatta la richiesta alla Regione di farsi parte attiva in Conferenza Stato Regioni per una modifica dei contenuti e una proroga dei termini di applicazione.
– Il DM riguarderebbe solo l’avvio di nuove attività e sembrerebbe scontato quindi che se le attività in essere continuano a corrispondere ai requisiti richiesti, procede senza soluzione di continuità il loro rapporto contrattuale con le AST senza dover partecipare a nessun bando di gara per la ripartizione dei budget
– I recenti manuali di accreditamento sono sufficienti per garantire qualità senza che debba esserci un bando.
– Ad alcuni appare inevitabile che la Regione debba attenersi alle indicazioni normative, ma che possa cercare delle strade per mitigare alcuni effetti indesiderati. Alcune Regioni, quali la regione Lombardia, stanno pensando a come neutralizzare il rischio concorrenza nell’ambito della residenzialità sociosanitaria, contrattualizzando tutti i posti letto accreditati. Significativi problemi potrebbero esserci ad esempio nel segmento dei laboratori analisi dove c’è ancora molta offerta convenzionabile. Ha proposto di rimandare approfondimenti tecnici al lavoro di un tavolo ristretto.
– Nell’attuale riorganizzazione della sanità marchigiana che segue alla riforma di Asur ed alla attivazione di cinque aziende territoriali suggeriscono alcuni che debbano essere stabiliti da subito dei processi gestionali interni al sistema pubblico in modo tale che i singoli cittadini anche per il tramite delle attività convenzionate possano fruire dei budget delle singole AST senza difficoltà o limitazioni, sia che si tratti di Strutture regionali come quelle per l’autismo o i disturbi alimentari che quelle di provinciali come le residenze per anziani. È importante favorire l’accessibilità ai servizi territoriali convenzionati a tutti nell’intera regione indipendentemente dalla AST di residenza.
– I manuali di autorizzazione ed accreditamento vanno ancora aggiornati seppur in piccole parti
– I nove mesi indicati nel decreto scadono il 18 settembre 2023. Dopo quella data, ricorda la dirigenza regionale, tutto deve essere fatto tenendo in considerazione le norme sulla concorrenza. Anche per questo hanno chiesto un rinvio delle scadenze fissate o fissande.
– Il 30 settembre 2023 scade il termine previsto dalla normativa regionale per consentire a tutte le strutture pubbliche e private di riautorizzarsi ed accreditarsi.
– Alcuni gestori sembrano tentati di sostenere un percorso di alleggerimento dei requisiti di autorizzazione ed accreditamento.
Il dott. Prioglio è intervenuto per dire che il criterio della “funzionalità” dei posti accreditabili riduce il rischio che ci si possa trovare di fronte ad interruzioni dei servizi oggi resi in regime di convenzione in qualsiasi angolo del territorio regionale e che potranno continuare a farlo sicuramente, piccoli o grandi che siano, a condizione che abbiano le caratteristiche richieste dalla norma e dai manuali di autorizzazione ed accreditamento. Chi si appresta ad avviare una struttura nuova non ha problemi a riconoscere la funzionalità di chi già lavora sul territorio, ma si ritiene indispensabile che si tenga alta la guardia rispetto a qualità, sicurezza ed appropriatezza delle attività erogate. Solo così, peraltro, le Regione potrà attivare una rete utile e sostenibile. Infine, siccome tutto discende da una pianificazione e da una programmazione, se la Regione dovesse avere ancora bisogno di un po’ di tempo non siamo contrari ad una breve proroga dei termini.
L’assessore ha concluso, condividendo le preoccupazioni dei presenti, auspicando una continuità di lavoro con i dirigenti che ha sollecitato a trovare delle soluzioni in un confronto con i gestori. Ha promesso un intervento in Conferenza Stato Regioni, anche se ha delle perplessità sulla possibilità di modificare la norma. Ha chiosato dicendo di condividere l’utilità di una proroga della scadenza dei termini posti dalla normativa regionale.
È stata preannunciata una delibera di giunta di cui è stata condivisa con i presenti la bozza dell’allegato, per dare avvio formale alle fasi preliminari relative alle disposizioni di cui agli artt.8 quater e 8 quinquies del D.lgs. n.502 del 1992 e al DM del 19 dicembre 2022 ed arrivare ai nuovi accreditamenti istituzionali e all’individuazione dei soggetti privati per la stipula degli accordi contrattuali.
Il dott. Prioglio infine ci segnala che le verifiche di monitoraggio e controllo indicate negli allegati A (per l’accreditamento) e B (per il convenzionamento) del Decreto ministeriale non rilevano particolari difformità da quanto già previsto dalla normativa regionale di recente adozione nella Regione Marche.