Regione Campania – Laboratori sul piede di guerra

Si è tenuta martedì 15 novembre presso la sala Leonardo Da Vinci dell’Hotel Sakura di Torre del Greco l’assemblea generale dei laboratori liberi campani, gruppo di oltre 200 laboratori di analisi privati accreditati con il Servizio Sanitario Regionale che stanno «lottando da anni per affermare il diritto ad esercitare la loro professione senza subire la tagliola di essere trasformati in semplici punto prelievi con conseguente perdita di oltre 1.200 posti di lavoro. Biologi, chimici, tecnici di laboratorio e ditte fornitrici che lottano insieme alle loro famiglie per affermare il diritto a continuare a fare il lavoro per cui hanno studiato e si sono formati». 

«Migliaia di operatori disposti a lottare non solo per salvaguardare il loro lavoro – è la nota dai laboratori – ma anche la qualità del servizio visto che una volta trasformati in punti prelievo poi migliaia di campioni biologici dovranno essere trasferiti a chilometri di distanza in mega strutture, spesso gestite da multinazionali straniere». 

E annunciano «resistenza sarà ad oltranza», si dicono «ingiustamente discreditati pubblicamente e definiti falsamente non conformi alle normative vigenti». 

«Restano oltre 200 laboratori che non si sono piegati all’obbligo, tutti regolarmente autorizzati dai Comune di propria pertinenza ed accreditati dalla Regione Campania, che ne attesta i requisiti di qualità da essa definiti. A tutto questo si è arrivati per l’interpretazione forzata avvenuta solo in Campania delle linee di indirizzo definite dalla Conferenza Stato Regioni, indirizzate prevalentemente ai laboratori pubblici per il rientro dal debito. Attuata dalla precedente gestione regionale è stata bloccata prima nel 2015 e poi nel 2018 dal presidente De Luca, che ha il potere non solo politico ma anche giuridico conferitogli dalla conferenza stato regioni e dalla autonomia delle regioni a seguito della modifica del Titolo V della Costituzione, che demanda alle singole regioni l’opportunità dell’applicazione di norme in ambito Sanitario. Ad oggi – prosegue la nota – bene ha fatto la Regione Campania a bloccare il processo di chiusura di queste strutture, che porterebbe non solo alla perdita di posti di lavoro, tra professionisti laureati e tra l’indotto costituito da fornitori del settore con centinaia di lavoratori, ma anche nessun ritorno economico nelle casse dell’Ente di Santa Lucia».

Acop a sostegno della posizione dei laboratori di analisi, riferimento sanitario in molte realtà territoriali soprattutto periferiche, che rischiano di vedersi sviliti nella trasformazione a semplici centri di raccolta perdendo il contatto con la platea di pazienti.

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