La Conferenza Stato-Regioni ha approvato oggi i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni e i servizi che lo Stato garantisce a tutti i cittadini gratuitamente o pagando un ticket. I Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) rappresentano il nucleo delle prestazioni sanitarie garantite a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza. Si tratta di un insieme dinamico di servizi che, per essere realmente efficaci, devono essere aggiornati con regolarità, per stare al passo coi tempi. L’ultimo aggiornamento, tuttavia, risaliva al 2017, e lasciava scoperti ambiti cruciali della medicina moderna. Ora, dopo un’attesa lunga otto anni, arriva finalmente un nuovo pacchetto di interventi che promette di colmare lacune e ampliare la tutela sanitaria, con un impatto diretto sulla vita di migliaia di pazienti. “L’obiettivo dell’intervento è quello di eliminare prestazioni ormai obsolete, migliorare l’appropriatezza organizzativa e clinica e favorire una maggiore razionalizzazione prescrittiva, in linea con la riduzione degli oneri per il Ssn”, si legge in una nota. Tra le novità introdotte, test neonatali per ulteriori 8 malattie (come la Sma), test per il rischio di tumori a seno e ovaio Brca, nuovi test genetici e screening per tumori ereditari, prestazioni contro i disturbi dell’alimentazione e allargamento delle patologie croniche esenti dal ticket. La svolta è, dunque, arrivata oggi, quando la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera all’aggiornamento dei Lea, introducendo questa serie di nuove prestazioni che rispondono a esigenze cliniche urgenti e diffuse. L’accordo è il risultato di un lungo iter e segna un passo importante per rendere più moderne ed accessibili le cure sanitarie in Italia, con particolare attenzione a patologie genetiche, oncologiche e ai disturbi del comportamento alimentare. L’impatto economico complessivo dei nuovi Lea è stimato in circa 150 milioni di euro annui. Un investimento significativo, ma necessario per garantire equità e qualità nell’accesso alle cure. La Conferenza delle Regioni ha sottolineato l’importanza di un dialogo costante con la Commissione Lea del Ministero della Salute, affinché il processo di aggiornamento diventi continuo e condiviso. Inoltre, è stata avanzata la richiesta di un termine minimo di 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore dei provvedimenti, al fine di permettere l’adeguamento dei sistemi informativi regionali e centrali. Con il raggiungimento dell’intesa tra Stato e Regioni, l’iter legislativo entra nella sua fase finale. I provvedimenti sono stati trasmessi all’esame delle Commissioni parlamentari competenti. La speranza è che questo passaggio avvenga con la necessaria rapidità per concludere tempestivamente e arrivare presto al traguardo finale. L’aggiornamento è un segnale tangibile di attenzione ai bisogni di salute dei cittadini. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci ha dichiarato a tal proposito: “Dopo otto anni aggiorniamo i livelli essenziali di assistenza, aumentando il numero di prestazioni che il servizio sanitario nazionale mette a disposizione di tutti i cittadini. L’intesa in Conferenza Stato-Regioni è un passo in avanti verso la conclusione dell’iter dei provvedimenti che ora passano all’esame delle Commissioni parlamentari. Con questo aggiornamento arrivano per i cittadini ulteriori terapie innovative, nuovi screening ed esenzioni per diverse patologie. È un altro importante segnale concreto di attenzione ai bisogni di salute attraverso cure sempre più di qualità e all’avanguardia. Sono convinto che le Commissioni parlamentari opereranno con la necessaria rapidità per concludere tempestivamente gli ultimi passaggi e arrivare presto al traguardo finale”. Si resta, pertanto, in attesa che l’accordo passi al vaglio del Parlamento per la sua definitiva approvazione e attuazione.

