In Parlamento un qualificato intergruppo lancia un’iniziativa concreta nel campo della “Sanità digitale e terapia digitale” per aggiornare il settore sanitario del Paese, in grave ritardo, in materia, rispetto ad altri di Europa, Usa, ecc.
Google ha lanciato il chatbot medico di Intelligenza artificiale Bard (Med-Palm2 “interlocutore automatico capace di rispondere a domande dell’uomo”). Questo – afferma l’Azienda – può rispondere a domande su esami medici “al livello di un medico esperto e raggiunge livello di accuratezza dell’85%” anche se Alex Zhavoronkov (Insilico Medicine, società di biotecnologie con sedi a Hong Kong e New York), ne mette in dubbio l’effettiva validità.
In arrivo anche altro chatbot (“ChatGpt”), un software che riuscirebbe a ben sostituire lo scienziato che debba scrivere una pubblicazione scientifica mentre, un’indagine su 5mila articoli sulle neuroscienze, effettuata da Bernhard Sabel (medRxiv5xx3), conclude che il 34% sono inventati o prodotti di plagio. Uno chatbot potrebbe migliorare il prodotto e rendere meno facile i controlli.
Da San Diego (Usa), Bill Gates, fondatore di Microsoft, si è detto convinto che, entro un anno e mezzo, applicazioni di intelligenza artificiale potranno diventare valido strumento per facilitare (eguagliabile ad un tutor umano) l’acquisizione dell’abbecedario nei bambini e più qualificate nozioni negli adolescenti. Un rimbalzo pratico si è avuto, nei giorni scorsi, sulle applicazioni nel campo della “Sanità digitale e terapia digitale” in Italia dove è stato presentato il “patto di Legislatura” per il concreto ingresso della sanità italiana nell’era digitale e creare subito i presupposti di tipo normativo e regolatorio”. Questo l’impegno preso dall’intergruppo parlamentare (senza distinzioni di settori) e dal ministro Schillaci. “Un impegno di lavoro comune e convergente di Parlamento e Governo” (sen. Simona Loizzo, medico, presidente).
La sanità digitale è la nuova stagione della comunicazione tra il cittadino e le strutture della sanità con la possibilità, per le organizzazioni sanitarie, per i clinici e per il paziente, di disporre di molti servizi – dalla cartella informatizzata e condivisa alla sicurezza completa del dato, dalla prenotazione delle prestazioni al monitoraggio delle condizioni del paziente, oltre a molte prestazioni di tipo specialistico – le terapie digitali rappresentano davvero la nuova era nella quale gli interventi terapeutici per molte patologie sono guidati da software basati su evidenze scientifiche frutto di sperimentazioni cliniche rigorose che, rendendo possibili percorsi di cura basati su interventi cognitivo-comportamentali personalizzati sui singoli pazienti, migliorano enormemente gli esiti clinici relativi ad un ampio spettro di patologie. Dalle malattie croniche come il diabete, all’asma o all’ipertensione, dalle malattie mentali alle dipendenze, che rappresentano ad oggi i veri ambiti di patologia in cui le prime DTx (“digital therapeutics”, tecnologie che offrono interventi terapeutici guidati da programmi software di alta qualità) sono state sviluppate, testate ed autorizzate), fino alla possibilità di incidere in modo determinante anche nei percorsi riabilitativi.
Per il “sistema Italia”, due aspetti complementari: avanzamento culturale che coinvolga clinici, pazienti e organizzazioni e coraggiosi investimenti in sistemi digitali coordinati con gli investimenti nel settore salute. Senza questi non sarà possibile garantire efficacia, sicurezza, efficienza delle terapie digitali.
“La sanità digitale – ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci – è fondamentale per la piena realizzazione della medicina del terzo millennio, che vede la centralità di telemedicina, digitalizzazione dei dati fino alle sfide più ambiziose come le terapie digitali. Una sanità in cui l’innovazione e l’intelligenza artificiale diventano preziosi alleati per migliorare la prevenzione e disporre di cure personalizzate e trattamenti sempre più efficaci”.