A cura dell’avv. Maria Antonella Mascaro
La legge delega sulla non autosufficienza degli anziani è pervenuta, al compimento dei 100 giorni del nuovo governo, in Consiglio dei Ministri per aggiornare il testo approvato dall’esecutivo a guida del Presidente Draghi.
Il Governo attuale ha ripreso in mano, apportando alcune modifiche che saranno discusse dal Consiglio dei Ministri. Entro marzo 2023 il Parlamento dovrà quindi approvare una Legge Delega sulla materia, ed entro marzo 2024 il Governo dovrà predisporre i Decreti Delegati per l’effettiva attuazione della riforma.
Il tema riguarda i cittadini più anziani e fragili, la cui assistenza e le cui limitazioni incidono sul sistema delle prestazioni previdenziali.
La riforma, era prevista, già, dal Pnrr (punti 5 e 6, dedicati agli interventi per l’assistenza degli anziani non autosufficienti). Quindi il nuovo Governo ha sviluppato l’iter sulla base appunto del DDL approvato dal suo predecessore, per giungere ad una ridefinizione dell’intero sistema che riguarda la gestione della non autosufficienza delle persone anziane in Italia.
Secondo l’ultima indagine Istat sullo stato di salute degli anziani, nel 2019 e quindi prima della pandemia, circa un terzo degli over 75 presentava una grave limitazione dell’autonomia che, per un anziano su 10, incide sia sulle attività quotidiane di cura personale che su quelle di vita domestica (8,5 % nell’UE22). Nel dettaglio, sono circa 3 milioni e 860mila gli anziani con gravi difficoltà nell’attività funzionali di base (il 28,4 % della popolazione di 65 anni e più): 2 milioni 833mila (20,9 %) hanno gravi difficoltà nel camminare, salire o scendere le scale senza l’aiuto di una persona o il ricorso ad ausili; 1 milione 874mila (13,8%) riferiscono gravi difficoltà nell’udito o nella vista anche con l’uso di ausili; 1 milione e 113mila (8,2%) hanno gravi difficoltà nella memoria o nella concentrazione.
Varie sono e potranno essere le coperture offerte dal welfare pubblico ed anche quelle complementari della Long Term Care (LTC).
La legge delega si occupa degli anziani in generale. L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere politiche per l’invecchiamento attivo, ma anche lo sviluppo di contesti urbani e piccoli centri che prevedano abitazioni adeguate, l’accesso alla mobilità, luoghi di socializzazione, la solidarietà tra le generazioni, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare e il contrasto alle forme improprie di istituzionalizzazione.
Altro obiettivo è quello relativo all’introduzione, su base volontaria, in via progressiva e sperimentale di un’indennità unica universale volta a riequilibrare il sistema degli interventi tra erogazioni monetarie e offerta di servizi. Fermo restando la disciplina attuale dell’indennità di accompagnamento; la promozione del riordino e la semplificazione delle agevolazioni contributive al fine di sostenere e promuovere l’occupazione di qualità nel settore dei servizi socioassistenziali e le misure finalizzate a favorire e sostenere le migliori condizioni di vita individuali dei caregiver familiari. Segnalando, poi in particolare, l’assistenza socio-sanitaria, delegata alle Regioni, che prevede l’assistenza residenziale agli anziani (RSA) e ai disabili, l’assistenza non-residenziale (strutture semi-residenziali e assistenza domiciliare) e l’assistenza rivolta ai soggetti affetti da dipendenze (alcolisti e tossicodipendenti) o patologie psichiatriche. In questo caso, dunque, la prestazione consiste nell’erogazione di servizi per il tramite del SSN, indipendentemente dall’età e dal reddito. Sul territorio nazionale, alle RSA pubbliche si affiancano anche strutture di tipo privato. In questa seconda eventualità, l’onere della retta è solitamente a carico dell’ospite o dei suoi familiari anche in forma intermediata in caso di adesione ad assistenza sanitaria integrativa laddove preveda coperture con la Long Term Care.
Non ancora particolarmente diffuse, pur a fronte di un aumento del rischio di non autosufficienza, sono le polizze assicurative Long Term Care (LTC), che proteggono dal rischio temporaneo o definitivo di perdita di autosufficienza, intesa, per l’appunto come perdita della capacità di svolgere le più semplici attività di vita quotidiana. Non necessariamente dovuta a malattia o infortunio, ma imputabile anche a senescenza. Con la polizza Long Term Care si ottiene il diritto al versamento di una rendita periodica quando si verifica la non autosufficienza.
La sottoscrizione di polizze LTC è fiscalmente agevolata. In particolare il Decreto del Ministero delle Finanze del 22 dicembre 2000 estende anche alla Long Term Care la detrazione d’imposta del 19% sui premi versati, fino ad un massimo di 1.291 euro anno. Non necessariamente, la copertura LTC viene però fornita in via autonoma: può essere, ad esempio, associata ad altre coperture assicurative o a forme di previdenza complementare e di assistenza sanitaria integrativa.
In questo caso, la legge prevede che la normativa specifica di riferimento sia quella di ciascuna forma previdenziale o assicurativa. I contributi versati a un fondo pensione o a un fondo sanitario a fronte di una copertura assicurativa LTC beneficeranno del più favorevole regime di deducibilità dal reddito complessivo o di esclusione dalla formazione del reddito di lavoro dipendente secondo gli ordinari plafond annuali della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa.
La legge di Bilancio per il 2017, poi, ha escluso dal reddito da lavoro dipendente i premi per prestazioni LTC, favorendo così una maggiore diffusione della copertura del rischio di non autosufficienza all’interno dei piani di welfare aziendale.
Dunque, anche le Casse di Previdenza e i Fondi pensione e i Fondi sanitari possono offrire coperture legate al rischio di non autosufficienza.
Tra i punti rilevanti che emergono dal nuovo testo ci sono il diritto alle “cure palliative domiciliari e presso hospice”, la promozione di forme di “coabitazione solidale domiciliare e intergenerazionale”, l’avvio della “prestazione universale graduata” per la non autosufficienza.
Sarà, come sempre cura di Acop, seguire l’iter avviato e aggiornare gli associati sul prosieguo dei lavori legislativi.