La centralità dei modelli organizzativi per le società

a cura dell’avv. Maria Antonella Mascaro

Si era già parlato, in precedenza di questo caso, ma il primo settembre sono state depositate le motivazioni da parte della IV sezione della Corte di Cassazione e, in particolare della centralità che ha assunto il modello di organizzazione e gestione di cui le società di dotano, ai sensi del decreto legislativo n. 231/2001.

Il caso riguardava la morte di un operaio causata dal crollo di una catasta di tubi d’acciaio. La sentenza chiarisce l’importanza e la funzione del Modello Organizzativo e la sua relazione con i modelli di gestione della sicurezza sul lavoro e i documenti di valutazione dei rischi (cosiddetto DVR) distinguendo tra la governance dei processi decisionali e il dettaglio tecnico. 

La sentenza sottolinea che il modello organizzativo ha una funzione di governance e di controllo dei processi decisionali. 

Viene chiarito che il Modello 231 e il documento di valutazione dei rischi sono strumenti distinti e complementari. Le specificità tecniche e operative sono demandate ai documenti di valutazione dei rischi, alle istruzioni operative e alle procedure tecniche di dettaglio, non al modello organizzativo. 

La decisione offre chiarimenti sul ruolo del modello 231, in particolare quando è corredato da sistemi di gestione della sicurezza. 

La Corte di Cassazione asserisce che “la disposizione introduce un meccanismo presuntivo di adeguatezza che, pur non determinando un’automatica efficacia esimente, costituisce un elemento di valutazione di particolare pregnanza nell’ambito dell’accertamento della colpa organizzativa”.

Nella motivazione della sentenza, ci si basa su argomenti che guardano all’idoneità ed all’efficacia del Modello ex D.lgs 231/2001, riferiti alle applicazioni pratiche dello stesso e non su norme astratte che seppur devono essere rispettate, spesso, non rendono il modello gestionale vivo, determinandone inadeguatezza, inefficacia, inidoneità.

Finalmente e diversamente dal passato si pone l’attenzione all’esistenza ed applicazione delle certificazioni, soprattutto quelle riconosciute a livello internazionale che fanno la differenza per stabilire se ci sia o meno colpa della società che ha adottato un modello efficace, valido, funzionante, rispetto ad altro. Vengono valorizzate le conformità dei modelli alle certificazioni secondo le Linee guida UNI-INAIL o al British Standard OHSAS 18001: 2007 (ormai sostituito dalla ISO 45001).

Per quanto la certificazione OHSAS fosse stata citata e valorizzata nel passato, ancora non era stata affermata la sua rilevanza, ai fine della diligenza in ordine alla prevenzione dell’ente.

La sottovalutazione della suddetta certificazione era avvenuta da parte della Corte territoriale che non aveva colto la portata della previsione normativa, è stata censurata dalla Suprema Corte. Ciò ha condotto la Cassazione alla delimitazione della colpa organizzativa dando maggiori certezze ed incoraggiamento alle imprese che investono in prevenzione adottando modelli e certificazioni.

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