Iniziative ACOP

Si riporta il testo dell’articolo pubblicato dal Quotidiano del Sud a firma del Vicepresidente nazionale ACOP, avv. Enzo Paolini

Sanità, si stanno facendo molte cose dopo decenni

Dobbiamo dire che sia i rilievi del cosiddetto tavolo Adduce, nonché la polemica di alcuni settori della politica regionale, che pure negli anni scorsi hanno avuto ruoli e responsabilità nei confronti del Presidente/Commissario sulla inconsistenza delle azioni poste in essere ed in particolare nel settore sanitario, appaiono del tutto impropri e strumentali. Dobbiamo dare atto del contrario. Quantomeno, cioè, dell’avvio di una serie di interventi strutturali che se compiutamente condotti, cambieranno certamente in meglio il sistema ed il servizio in favore dei cittadini.

Non ci riferiamo solo alle cose più evidenti, la razionalizzazione della rete Ospedaliera, ai medici cubani, all’azienda zero, alla ricognizione del debito, sulle quali il dissenso e le critiche si sono addensati, ma diciamo la verità in maniera poco convincente.

Parliamo, con cognizione di causa, del nostro settore, cioè il comparto privato, che in Calabria conta per il 25% delle prestazioni, annovera 30 strutture, dà lavoro a circa 4.000 addetti e -senza voler fare inutili confronti- offre un case-mix (cioè un indice di eccellenza) pari ad 1.2.

Produrre servizi sanitari di qualità non è uguale alla realizzazione ed alla vendita di automobili. Il mercato sanitario va governato -e bene- dalla mano pubblica la quale deve stabilire gli standard qualitativi, fissare i requisiti minimi (strutturali organizzativi e tecnologici), individuare tariffe eque, controllare e pagare.

Una volta assolto questo compito deve funzionare o, meglio, la P.A. deve far funzionare il sistema de lineato da una legge moderna ed illuminata come il d. Ivo 502/92 e cioè consentire e garantire la libera competizione tra pubblico e privato e la libera scelta del cittadino.

Bene, per far questo dopo più di venti anni si è pervenuti finalmente ad allineare il governo del sistema rispetto al principio fondamentale che regge la normativa sul tema: la programmazione.

Che vuol dire monitoraggio dei fabbisogni, valutazione delle potenzialità produttive degli erogatori, verifica della qualità e garanzia della libera scelta del cittadino.

E ciò con il semplice strumento di un contratto per singola struttura con valenza triennale e sottoposto a manutenzione/aggiornamento costante.

Nel nostro contesto è un obiettivo ambizioso ma non possiamo non prendere atto che è stato posto al centro delle interlocuzioni di questi ultimi mesi.

Qui cade infine l’occasione di sottolineare come il completamento di questa prima fase volta a mettere la Calabria in condizioni di dignità sarebbe – sarà – la effettiva e concreta riduzione della cosiddetta “mobilità passiva” cioè dei calabresi che sono costretti a chiedere cura e assistenza fuori Regione.

Noi possiamo – dobbiamo – trattenere in Calabria almeno 300 milioni di euro che paghiamo alle altre Regioni per prestazioni (cataratte, protesi, prestazioni oncologiche, interventi sulla tiroide, prestazioni ginecologiche…) che potrebbero essere rese in Calabria con gli stessi standard qualitativi, con costi dimezzati per le casse pubbliche e senza viaggi e disagi.

Ciò è impedito dall’iniquo ed inutile, anzi dannoso sistema dei “tetti” insuperabili ma soprattutto del divieto posto dai tavoli romani i quali con una mano censurano questo spreco ma con l’altra impediscono di recuperare le risorse in sede di compensazione dei saldi attivi/passivi tra Regioni.

Un divieto odioso, che va a tutto vantaggio delle Regioni del nord, che comporta l’ineluttabile incremento del debito calabrese e che l’autonomia differenziata consoliderà.

Ecco, su questo il Presidente/Commissario Occhiuto – che ha già dato prova di quanto può ottenere nella rivendicazione dei diritti dei calabresi – troverà il nostro sostegno come categoria e come cittadini che aspirano ad un servizio sanitario efficiente ed efficace sul piano della qualità e della riduzione di inutili sprechi.

Anche perché – come è noto – l’aumento degli sprechi riduce l’esercizio dei diritti.

ENZO PAOLINI, Vicepresidente nazionale ACOP

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Si riporta la nota a firma del Vicepresidente nazionale ACOP, avv. Enzo Paolini, a commento del provvedimento dell’autorità giudiziaria ottenuto da una struttura associata ACOP, espulsa da AIOP per non aver esercitato il recesso dalla nostra associazione.

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