Incontro RSA con Sandra Zampa e Elena Carnevali

Seduta storica quella organizzata il giorno 10 maggio u.s. presso la sede nazionale del Partito Democratico dall’on. Sandra Zampa e dall’on. Elena Carnevali, con i rappresentanti del settore della sanità territoriale.

ACOP, presente insieme alle altre sigle datoriali, rappresentative di oltre 400 mila posti letto, ha evidenziato la assoluta urgenza della presa in carico dei problemi strutturali, economici ed organizzativi dell’intero sistema dell’assistenza a lungo termine.

Il confronto a questo tavolo comune è la naturale conseguenza dell’appello firmato dalle associazioni di categoria ACOP, ANASTE, ANSDIPP, AGeSPI, ARIS, UNEBA, ANFASS, CONFAPI, CONFCOOPERATIVE SANITA’, CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETA’, LEGACOOP SOCIALI, UNINDUSTRIA Sanità, AIOP e AGCI (Associazione Generale delle Cooperative Italiane), in rappresentanza degli attori interni al sistema dell’assistenza socio-sanitaria, affinché vengano adottate misure urgenti per scongiurare il collasso dell’intero settore.

Gli operatori del settore (enti pubblici, religiosi, privati profit, privati no-profit e cooperative) si trovano oggi nella oggettiva impossibilità di coprire i costi di gestione e di procedere ai necessari rinnovi contrattuali, in un quadro ormai non più sostenibile di differenziali retributivi con i lavoratori della sanità pubblica. I tabellari sono ormai inferiori di più del 20-25%, a parità di mansioni e qualifiche.

A differenza dei CCNL della Sanità pubblica, nei quali il Governo e l’ARAN procedono ai sistematici rinnovi incrementali garantendo implicita copertura anche grazie a forme diverse di finanziamento, non è prevista una contestuale copertura per i rinnovi dei contratti di lavoro del personale che lavora per il SSN nel settore privato socio-sanitario ed extraospedaliero in genere, essenziale per il sistema di welfare del Paese.

Gli operatori del settore socio-sanitario operano infatti in via praticamente esclusiva con il SSN, erogando prestazioni e servizi inclusi nei LEA e non hanno altra possibilità di incrementare le proprie entrate, dal momento che sono strettamente regolate dal sistema pubblico regionale, con tariffe che nella maggior parte dei casi sono ferme da oltre dieci anni.

Questa “inerzia” del sistema regolatorio pubblico sugli adeguamenti tariffari, si innesta in un panorama di invecchiamento progressivo della popolazione. Si stima infatti che nel 2045 gli anziani saranno oltre 20 milioni e di questi 5,5 milioni i non autosufficienti.

Già oggi si erogano prestazioni più complesse rispetto al passato, a causa della differenza di comorbilità degli ospiti delle RSA, con rette che sono ferme e mai adeguate. Per non parlare dell’aumento dei costi diretti di produzione e dei costi indiretti del lavoro.

Si è sottolineato che la crisi del sistema della sanità territoriale è ben precedente alla pandemia. Questa non ha fatto altro che dare il colpo decisivo, per l’ulteriore incremento di costi dettati dalle misure straordinarie di adeguamento per proteggere le fragilità degli ospiti delle strutture.

È stata riscontrata grande attenzione da parte delle organizzatrici del tavolo Sandra Zampa, responsabile del dipartimento PD Salute e Elena Carnevali, che nel Pd ha la delega di settore.

(ANSA) – ROMA, 10 MAG – Si è tenuto nella sede del Pd un incontro con tutte le associazioni e le realtà cooperative del settore dell’assistenza socio-sanitaria coordinato da Sandra Zampa, responsabile del dipartimento Pd Salute, e Elena Carnevali, che nel Pd ha la delega di settore. “Abbiamo raccolto l’appello di chi lavora per garantire più di 400 mila posti di residenzialità insieme a servizi semiresidenziali e progetti a sostegno della domiciliaretà, con oltre 350 mila addetti. Siamo convinte – hanno detto Zampa e Carnevali – che il sistema salute nel suo complesso e le riforme che si stanno realizzando debbano considerare queste realtà come parte integrante del sistema e delle comunità. Esse stanno affrontando però una fase difficilissima che la pandemia e l’emergenza energetica hanno ulteriormente aggravato. Serve quindi inserire queste realtà tra coloro che possono beneficiare di aiuti economici, come previsto

nel DL Aiuti. Dobbiamo farci carico – hanno aggiunto Zampa e Carnevali – della carenza delle professionalità oltre che della disomogeneità di standard gestionali richiesti dalle leggi regionali. Serve da tempo una cornice nazionale di riferimento e un quadro omogeneo di standard di accreditamento che permetterà

anche un migliore controllo della qualità. Occorre inoltre agire sul rafforzamento quantitativo e qualitativo delle professioni

necessarie e delle risorse per i rinnovi dei contratti. Con un sistema tariffario fermo nella maggioranza delle regioni da più di 10 anni e gli effetti inflativi in atto, diventa una missione

impossibile garantire la sostenibilità finanziaria. È bene ricordare che molte di queste strutture -hanno aggiunto Zampa e Carnevali- sono state realizzate dalla generosità delle comunità

come le Ipab e,  giustamente, non vorrebbero agire sulla leva di aumento delle rette per evitare ricadute sulle famiglie. Siamo convinte – hanno concluso – che il rafforzamento dell’assistenza

primaria, territoriale e domiciliare, oltre alla riforma della non autosufficienza, non possano prescindere dalle professionalità, dalla cultura e dalle molte esperienze positive che queste realtà hanno saputo realizzare creando un sistema integrato di servizi la cui perdita sarebbe un impoverimento per

i cittadini”. (ANSA).

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