Il miglioramento Sanitario per l’ospedalità privata

Si è tenuto il 10 maggio, a Catanzaro, presso la Cittadella Regionale calabrese, il Convegno di Acop sul tema “Il miglioramento Sanitario per l’ospedalità privata”.

Un vero e proprio piano per il miglioramento dell’ospedalità privata nazionale, ma ancor più territoriale.

Rendere più sicura e qualificare, sotto il profilo del rischio clinico e assicurativo, l’erogazione delle prestazioni private accreditate che rientrano nell’ambito del servizio pubblico.

Dopo i saluti istituzionali del subcommissario alla sanità regionale calabrese, dott. Ernesto Esposito, Acop è intervenuta con la relazione del Presidente, on. prof. Michele Vietti. L’evento ha visto anche la partecipazione del Presidente del gruppo Beah, dott. Marco Favale. Tra i relatori anche il prof. Domenico La Porta, direttore della UO di Chirurgia dell’azienda ospedaliera di Gravina di Caltagirone, il dott. Paolo Chialastri in qualità di loss adjuster per il gruppo Capanna, il dott. Vittorio Scaffidi Abate, Presidente Onorario di Innogea Srl. Le conclusioni affidate al Vicepresidente nazionale e Presidente regionale, avv. Enzo Paolini, moderatore e coordinatore tecnico il dott. Domenico Martelli.

Quest’ultimo ha introdotto il tema del Convegno, sottolineando l’importanza di efficientare la best pratice per il SSN e in modo da diminuire il rischio clinico, creando un circolo virtuoso, capace di migliorare i costi.

Il saluto del Subcommissario alla Salute della Regione Calabria, dott. Ernesto Esposito, è stato rivolto a tutto il settore privato accreditato affinché lavori al fianco del pubblico nel SSN perché parte integrante di questo, ribadendo che il suo intervento, richiesto dal governo centrale sul territorio calabrese, è finalizzato proprio a realizzare questa profonda collaborazione imposta tra l’altro dalla normativa in materia. L’obiettivo è realizzare il miglioramento dell’assistenza sanitaria sul territorio per favorire l’uscita dal commissariamento. L’apporto del settore privato diventa strategico per raggiungere gli obiettivi proposti, concorrendo a minimizzare la mobilità passiva. Ha ringraziato Acop per la collaborazione e il dialogo costante, favorito anche dai provvedimenti del TAR Calabria che hanno generato una maggiore offerta sanitaria sul territorio, rivedendo di fatto i limiti di spesa. Il Tar hai fatti riconosciuto la centralità dei criteri da adottare, prediligendo per la Calabria il criterio della produzione unito a quello della qualità. Su questo tema la Regione Calabria sta istituendo un tavolo tecnico tra uffici regionali, Acop e strutture private associate e la rete ospedaliera.

A seguire l’intervento del dott. Marco Favale Presidente del gruppo BEA, società di brokeraggio assicurativo che ha riportato la sua esperienza francese in Italia. La gestione del rischio è problematica perché ha acquisito, oggi più che mai, mille sfaccettature: medica, tecnologica, welfare, ecc. Il gruppo propone di accompagnare le strutture verso un piano di minimizzazione del rischio, attraverso l’attuazione di un progetto studiato con le altre società presenti al Convegno.

Ha preso, poi,  la parola il Presidente Vietti, che nel ringraziare la Regione Calabria per l’ospitalità ricevuta, ha sottolineato la centralità di questo territorio, punta di diamante dell’Associazione per l’adesione della quasi totalità di strutture territoriali. Inoltre, l’accordo triennale raggiunto fra regione e strutture sanitarie, anche grazie all’apporto di Acop, mette in rilievo la possibilità del recupero delle risorse, con il rientro della mobilità passiva. La gestione del rischio clinico è un tema delicato quanto attuale ed è parte centrale, perché collegato alla tutela della salute di cui all’art. 32 della Costituzione, ripreso dalla Convenzione di Oviedo del 1997 e dall’art. 9 della Carta dei Diritti del Malato, secondo cui il cittadino ha diritto di non essere messo a rischio dal sistema sanitario. Evitare il rischio di danno alla salute è connaturato al rischio salute. Il rischio clinico è attualmente normato dalla legge Gelli-Bianco, preceduto dalla legge Balduzzi, ma ancor prima dalla giurisprudenza ondivaga che si è molte volte espressa sulla responsabilità del medico, del medico operante nelle strutture e della responsabilità delle strutture stesse. Con un excursus storico giudiziario fina dal codice Hammurabi ai giorni nostri, il Presidente ha sottolineato come l’impossibilità di evitare il rischio clinico ci spinge ad attuare pratiche di prevenzione del rischio stesso. La legge attuale (Gelli-Bianco) fin dal suo art. 1 prende in massima considerazione la prevenzione.

La relazione poi del prof. Domenico La Porta, direttore di UOC di Chirurgia presso l’azienda Ospedaliera di Gravina di Caltagirone (CT), ha preso in considerazione il rischio clinico nelle sue varie sfaccettature e ha posto la questione della sua gestione attraverso i dati del piano nazionale esiti elaborato da Agenas. L’analisi del rischio clinico ha messo in relazione errori, eventi avversi, eventi sentinella e quasi eventi per arrivare alla conclusione che gli errori non sempre sono da ricondurre a casi di malasanità, ma anche a fattori tecnologici, relazionali, organizzativi e strutturali, pertanto diventa fondamentale individuare il rischio e gestirlo a seconda della sua matrice. Ciò può essere fatto con una visione reattiva di analisi del passato o proattiva che mira a prevenire il rischio in un’ottica futura. Al fine di raggiungere questo obiettivo si pone la centralità della presenza del loss adjuster.

Su questa figura si è incentrato l’intervento del dott. Paolo Chialastri del Gruppo Capanna, chiarendo che questa figura si occupa dei sinistri dalla fase istruttoria fino a quella liquidati a, attraverso una visione trasversale, fornendo una puntuale e tecnica attività istruttoria e di quantificazione del danno; gestisce, sulla base di criteri oggettivi, tutte le relazioni con gli stakeholders. Il percorso prende avvio con la richiesta di risarcimento (claim) alla quale segue la raccolta di tutta la documentazione medico-amministrativa e si sviluppa, successivamente in tre momenti fondamentali: riservaizone, quantificazione del danno, negoziazione.

Un vero e proprio mediatore fra le numerose parti di un sinistro che sappia parlare più lingue ed interloquire fra il datore di lavoro, i legali delle varie parti, i medici legali intervenuti e tutti gli altri soggetti che spesso non comunicano fra loro, al fine di stabilire chi e che cosa liquidare e soprattutto chi e cosa non liquidare.

Il presidente Onorario e Direttore Board di Innogea S.r.l., Dott. Vittorio Scaffidi Abate, ha illustrato, infine, il Progetto “Esiti clinici” di cui al PNE 2022 relativamente, in particolare, alla Regione Calabria, spiegando che il progetto è stato elaborato in base ai dati statistici ufficiali pubblicati da Agenas e sorprendentemente rilevando che per oltre il 50% degli indicatori presi in considerazione, la Calabria si colloca nella parte alta della classifica delle regioni virtuose nella sanità.

Ha concluso il Convegno il Vicepresidente nazionale, nonché Presidente regionale Calabria di Acop, avv. Enzo Paolini, ribadendo l’enorme contributo, attraverso la sottoscrizione dei contratti triennali, fra regione Calabria e strutture associate, che porteranno alla riduzione delle liste di attesa, fino all’eliminazione della migrazione sanitaria. Il tutto attraverso criteri di produzione e qualità delle prestazioni.

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