COMUNICATO 04 FEBBRAIO 2025
Il Tar Lazio, con un nuovo e diverso intervento, respinge le richieste avanzate dall’Associazione Nazionale di Medicina, Diagnostica, Salute e Benessere e di alcuni laboratori di analisi cliniche che hanno contestato il Decreto del Ministero della Salute, concernente l’entrata in vigore del nuovo tariffario relativo alle cure e alle prestazioni garantite ai cittadini dal Servizio Sanitario Nazionale.
Non sono ancora depositate le motivazioni, ma tre richieste cautelari sono state respinte e per due ricorsi c’è stata la rinuncia alla sospensiva con fissazione della nuova udienza in camera di consiglio al 25 febbraio prossimo. Invece la trattazione del merito avverrà in udienza pubblica il 27 maggio, in quanto il giudice amministrativo ha sottolineato la complessità della questione.
Secondo le critiche mosse da più parti, hanno prevalso le ragioni di alcune multinazionali, presenti soprattutto nelle regioni del Nord che non essendo in piano di rientro hanno potuto aumentare le tariffe introdotte dal nomenclatore, diversamente, le stesse hanno una presenza residuale nelle regioni del Sud Italia in piano di rientro, dove esiste un problema contrario, ma di entità, per le multinazionali, infinitesimale.
In verità, il Tar Lazio aveva censurato inizialmente il comportamento del Ministero della Salute e sospeso il nuovo tariffario con un decreto, nel quale lo stesso giudice amministrativo aveva rilevato che il nuovo Decreto tariffe fosse stato adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando l’insussistenza dell’urgenza.
Qualche giorno fa, una decisione quasi opposta che fa discutere e fa ritenere, secondo quanto detto dall’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, la decisione ingiusta e punitiva, tanto da rendere necessaria l’impugnazione del provvedimento dinanzi al Consiglio di Stato.
Secondo l’associazione, c’è il concreto timore che il nuovo tariffario farà cessare l’attività di molte strutture accreditate, negando ai cittadini l’assistenza sanitaria. La sanità pubblica sarà ancora più intasata e le liste d’attesa diventeranno interminabili. Chi avrà la possibilità economica di farsi curare privatamente lo farà, chi non l’avrà dovrà soccombere.
La chiarezza sull’argomento è ancora piuttosto deficitaria. Il divario di un paese spaccato in due parti si sente sempre più forte.
avv. Maria Antonella Mascaro