COMUNICATO 23 GENNAIO 2025
Molte critiche e sospensioni dall’entrata in vigore dei nuovi tariffari hanno riguardato dall’inizio dell’anno una serie di prestazioni, ma meritano attenzione anche le determinazioni del decreto del novembre del 2024 che richiedono l’applicazione delle prestazioni dei nuovi livelli essenziali di assistenza del 2017 per le cure palliative e la terapia del dolore che rischiano di essere obsolete ed inadeguate.
Al diritto sancito all’art. 38 II comma non è mai seguito un decreto attuativo che reintegrasse le cure palliative negli standard ospedalieri: “nell’ambito dell’attività di ricovero ordinario sono garantite tutte le prestazioni … inclusa la terapia del dolore e le cure palliative”.
Il nuovo Decreto Legge n. 29/2024, richiama gli standard territoriali del 2022 cercando di colmare il vuoto normativo relativo agli standard ospedalieri, facendo in modo che siano gli enti territoriali ad erogare suddette prestazioni.
E’ piuttosto increscioso che dopo tutti questi anni ed il notevole numero di pazienti oncologici, oltre a quelli che hanno malattie croniche molto dolorose, non si sia trovato il modo di introdurre dette cure a pieno titolo nei regolamenti ospedalieri, senza appaltarle ad altri.
E’ soprattutto un fatto di dignità ed umanità delle cure che, senza minimamente avvicinarsi a concetti di eutanasia o di morte dolce, che non sono accettati dal nostro sistema e dalla nostra legge, rendono la sofferenza più lieve. D’altronde la legge n. 38 è del 2010 e nonostante i passi fatti in avanti, la diversità della somministrazione delle cure palliative si avverte anche a livello geografico, in quanto al nord ed al centro le cure palliative si somministrano maggiormente rispetto al sud.
Al centro dei dibattiti stanno maggiormente tematiche come quella dell’eutanasia, del suicidio assistito, in luogo della terapia del dolore e delle cure palliative, che, lo si ribadisce, trovano il loro fondamento in una legge ormai presente nel nostro ordinamento da molti anni.
Innanzitutto, nel nomenclatore è presente la richiesta di dividere le prestazioni ambulatoriali fra palliative e dolore cronico; questione non facile dal momento che negli ambulatori per le cure palliative non vengono accolti solo malati prossimi al fine vita, ma anche all’inizio di una malattia dolorosa, oppure in cura di comorbilità o malattie simultanee.
Ciò allarga il rischio di minore funzionalità del servizio per la varietà di situazioni che si presentano, dunque un depotenziamento in luogo di un’implementazione anche attraverso collaborazioni e maggiore assunzione di personale qualificato.
Adeguamenti non sono previsti e le uniche novità, per quanto concerne la codifica dei nuovi tariffari, riguardano la prima visita multidisciplinare per le cure palliative e quella di controllo con rivisitazione del PAI, cioè del piano assistenziale individuale.
L’incongruenza si dimostra facilmente in quanto molti pazienti non sono in grado di recarsi in ambulatorio con le proprie gambe e comunque molti non necessitano della multidisciplinarietà, dal momento che si tratta di malattie cronicizzate spesse seguite dal medico di base o da un solo specialista. Diversamente l’equipe multidisciplinare potrebbe essere necessaria per il paziente che non può recarsi in ambulatorio e necessita dell’assistenza domiciliare, ma il nomenclatore non lo prevede.
Pertanto capita che non siano richieste prime visite ambulatoriali per la somministrazione di cure palliative, in relazione a pazienti in discreta stabilità in grado di recarsi in ambulatorio; essi non hanno necessità del PAI multiprofessionale, ma solo dell’impostazione di terapia e di monitoraggio con normali visite di controllo, ravvicinate in relazione all’evoluzione della sintomatologia. Così come non esistono codici per le visite specialistiche domiciliari od in RSA, per pazienti cronici sofferenti non in grado di giungere agli ambulatori per disabilità, i quali contribuiranno ad affollare, prima o poi, i pronto soccorso.
Non è un problema trascurabile, ma il numero di pazienti che necessitano e hanno diritto alle cure palliative ed alla terapia del dolore sono in aumento.
avv. Maria Antonella Mascaro