a cura dell’avv. Maria Antonella Mascaro
E’ stato pubblicato il Decreto-legge 8 agosto 2025, n. 116, c.d. “Terra dei Fuochi”, che ha l’obiettivo di contrastare i reati ambientali e tutelare maggiormente la salute pubblica e l’ambiente.
Detto provvedimento introduce disposizioni urgenti per impedire attività illecite in materia di rifiuti e per incentivare interventi di bonifica nell’area, così nominata “Terra dei fuochi”. Si tratta di una vasta area della Campania, principalmente tra le province di Napoli e Caserta, tristemente nota per lo smaltimento illegale e l’interramento o la combustione di rifiuti tossici, un fenomeno gestito dalla camorra a partire dagli anni ’80. Questa attività criminale ha causato gravi danni ambientali e alla salute, portando a interventi normativi e investigativi, tra cui una recente condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) nei confronti dell’Italia.
Il Decreto legge modifica alcune disposizioni del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice dell’Ambiente) e del Codice penale, in linea con il più ampio processo di rafforzamento della normativa ambientale in corso a livello europeo. Innanzitutto, il provvedimento rappresenta un primo passo del Governo verso l’attuazione della Legge di delegazione europea 2024, del 13 giugno 2025, n. 91, con cui l’Italia si è assunta l’impegno di recepire, tra le altre, anche la direttiva (UE) 2024/1203, sulla tutela penale ambientale.
Per merito della sua introduzione, si anticipa l’attuazione di alcune disposizioni previste dalla Direttiva, in particolare per quanto riguarda l’introduzione di nuove fattispecie di reato ambientale come l’abbandono di rifiuti in casi particolari e di nuove sanzioni accessorie, come ad esempio, la sospensione della licenza per il trasporto di materiali in conto terzi e confisca veicolo.
Viene, poi, ampliato il numero di condotte sanzionabili e vengono inasprite le pene, prevedendo la reclusione nei casi più gravi e aggravanti per i fatti commessi nell’ambito di un’attività d’impresa, includendo la responsabilità colposa per omessa vigilanza o in siti contaminati.
Altre novità presenti nel decreto influiscono sulle pene e sanzioni accessorie, prevedendo ipotesi di confisca, interdizione dalla professione e ovviamente responsabilità ai sensi del decreto legislativo 231/2001, con l’introduzione nello stesso delle nuove ipotesi di reato.
Dunque ulteriori restrizioni sanzionatorie su una materia, l’ambiente, nei confronti della quale l’Italia arriva molto in ritardo rispetto alle richieste europee. Tutto ciò determinerà costi e controlli per le aziende, ma garanzia di sicurezza e standard di qualità molto più elevati.