Il rapporto OASI del 2024 sul sistema sanitario italiano

L’Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario Italiano, è inesorabile nel suo rapporto del 2024, sentenziando un’incapacità del sistema a far fronte alle necessità dei cittadini, in particolare dei pazienti cronici e della popolazione anziana che rappresentano circa quattro milioni di abitanti.

Il rapporto è tutt’altro che confortante poiché denuncia decenni di depotenziamento del sistema, il meno finanziato in Europa.

Per seguire gli standard europei sarebbero necessari quaranta miliardi di finanziamenti, una cifra molto elevata e irraggiungibile.

Il rapporto evidenzia la grave problematica delle liste di attesa, ricercandone le cause. Si legge nello studio che non vi sono criteri prioritari per accedere ai servizi, pertanto si sostiene che vi sia un numero di prescrizioni molto più elevato rispetto alle capacità di erogazione.

La possibilità, dunque, di ottenere o meno una prestazione è lasciata di fatto al cittadino, generando caos e mancanza di programmazione. In questo modo si generano inefficienza e disuguaglianza, il contrario del principio universalistico professato in nome del sistema sanitario nazionale.

Per gli esperti, anche i consumi di prestazioni per abitante risultano disomogenei e non correlati al bisogno epidemiologico, a livello sia nazionale che regionale e persino locale.  Secondo Rapporto Oasi 2024, “l’universalismo dichiarato dal Ssn, con l’idea irrealistica di dare qualsiasi prestazione a tutti in tempi brevi, non essendo governato, finisce per genere un effetto opposto a quello voluto.

Per invertire il trend lo studio individua alcune linee guida. Innanzitutto definire criteri di priorità e dunque identificare delle regole, come, ad esempio individuare i pazienti cronici e le persone con bassa autosufficienza e, successivamente, comunicare quali siano le prestazioni garantite. Ancora: ottimizzare la rete ospedaliera riconvertendo le strutture più piccole e frammentate, riorientandole verso i servizi territoriali; accorpare servizi ambulatoriali e laboratori; intervenire su ospedali di medie dimensioni che non raggiungono i volumi necessari per garantire qualità e sostenibilità.

Sempre secondo il rapporto, la costruzione o il rinnovo delle case della Comunità rappresenta, una grande opportunità per accorpare servizi territoriali in precedenza dispersi e frammentati.

Altro consiglio, ormai diventato prioritario: la digitalizzazione dei servizi sanitari specializzati attraverso la diffusione di strumenti di autocura per i pazienti cronici e l’implementazione di sistemi di telemedicina. Inserire figure manageriali per ridisegnare i ruoli professionali e favorire l’integrazione fra competenze professionali.  

Il Ssn presenta evidenti problematiche che peggioreranno in mancanza di una rivoluzione nelle logiche del governo del sistema, ciononostante, ancora oggi non si sente parlare di considerare l’aiuto che la sanità privata convenzionata può dare, come vero braccio destro della sanità pubblica, anche se, nella pratica, è quello che avviene, altrimenti il sistema sarebbe già esploso. Se tutto questo rientrasse in una programmazione forse qualche spiraglio di luce si vedrebbe.

avv. Maria Antonella Mascaro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *