COMUNICATO 19 NOVEMBRE 2025
Il Ministro della Salute in una recente intervista ha affrontato diversi temi che riguardano la Sanità e il suo futuro sottolineando come, secondo la programmazione ministeriale, per fronteggiare i tempi di attesa troppo lunghi bisognerà “potenziare l’assistenza domiciliare”. Il Ministro, dunque, torna sull’argomento della necessità di investire sulle politiche per “l’invecchiamento attivo” come lo definisce. Ed invero, il Ministro ha evidenziato l’importanza dell’invecchiamento attivo come priorità del suo ministero e della presidenza italiana del G7, promuovendo la prevenzione lungo tutto l’arco della vita. La sua strategia si basa sulla necessità di garantire un buon stato di salute e una migliore qualità della vita per gli anziani, anche per ridurre i costi sanitari, puntando su investimenti in prevenzione, salute mentale, cura domiciliare e inclusione sociale. L’invecchiamento attivo è visto come un processo che richiede prevenzione continua, a partire dagli stili di vita sani e dai programmi di screening oncologico. In attuazione di tali obiettivi sono stati effettuati investimenti mirati. È stato, infatti, approvato un provvedimento con un miliardo di euro per le politiche in favore degli anziani, che include investimenti nella cura domiciliare, nella salute mentale e nell’accesso ai servizi socio-sanitari. Si va verso un cambio di paradigma: spostare il focus dagli ospedali ai servizi territoriali, con le Case della Comunità che fungono da luogo di incontro tra sanità e servizi sociali. Si punta a soluzioni innovative come la telemedicina e l’intelligenza artificiale per migliorare la prevenzione, la diagnosi e la gestione delle malattie croniche. Il Ministro si è, poi, soffermato sui bisogni degli anziani. “Le Case della Comunità-ha dichiarato-non sono un’infrastruttura fine a sé stessa, ma il luogo dove sanità e sociale si incontrano davvero. Per un anziano non autosufficiente questa distinzione non ha senso: ha bisogno di cure mediche e accudimento insieme, inscindibilmente”. Secondo il Ministro Schillaci: “dobbiamo puntare sull’offerta di servizi concreti, come insegnano i Paesi del Nord Europa. Stiamo potenziando l’assistenza domiciliare integrata, che deve diventare davvero capillare. La sostenibilità non è solo questione di quanti soldi mettiamo, ma di come li spendiamo. Se continuiamo ad avere un serbatoio pieno di buchi, non basta aprire i rubinetti delle risorse”. “Le recenti sentenze della Cassazione e del Consiglio di Stato hanno creato aspettative fraintese. Il pieno rimborso sanitario è previsto solo per i non autosufficienti più gravi, dove è impossibile scindere la componente sanitaria da quella sociale. Servono criteri più chiari, un Isee sanitario più evoluto, che consideri non solo reddito e patrimonio ma anche composizione del nucleo familiare e grado di disabilità di chi ne fa parte. Serve creare criteri più equi di accesso, rafforzare le Rsa pubbliche e migliorare il sistema di accreditamento di quelle private”.
avv. Rossella Gravina

