COMUNICATO 31 DICEMBRE 2024
Sospeso il decreto tariffe che doveva entrare in vigore oggi tagliando i rimborsi per esami e visite mediche. Il Tar ha accolto i ricorsi della sanità privata e ferma le nuove tariffe per esami e visite ambulatoriali e l’aggiornamento dei servizi sanitari a carico del servizio sanitario.
Attualmente la situazione è caotica. Si riprendono le prenotazioni con le agende che fanno riferimento al vecchio nomenclatore. Tutte le software house in pieno lavoro in questa coda d’anno.
Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del Ministero della Salute con le nuove tariffe per esami e visite ambulatoriali.
Le Regioni avevano appena adeguato i nomenclatori con i nuovi codici delle prestazioni e ora, come disposto dal tribunale amministrativo, il Ministero dovrà dare attuazione alla sospensiva e quindi definire il ritorno ai vecchi codici in attesa della nuova pronuncia. Tutte le Regioni dovranno ripristinare i sistemi con le vecchie tariffe, in pochi giorni, e nei cup di mezza Italia si profilano settimane di blocco delle prenotazioni.
A seguito della pronuncia del Tar del Lazio che ha accolto l’istanza cautelare presentata, è stata fissata per il 28 gennaio la trattazione collegiale per la camera di consiglio.
Secondo i ricorrenti l’uso stesso dello strumento del decreto sarebbe stato inappropriato poiché il nuovo decreto tariffe viene “adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori” delineando così “l’insussistenza dell’urgenza”.
La sospensiva non riguarda le tariffe della protesica. Restano invece al palo l’erogazione omogenea su tutto il territorio delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita, le prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e malattie rare, dialcune forme di radioterapia.
Il decreto aggiornava 1.113 tariffe associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale sulle 3.171 che compongono il nomenclatore, ovvero il 35 per cento del totale. Si tratta del costo di prestazioni medico-sanitarie che vengono erogate da operatori pubblici e dal cosiddetto “privato accreditato”, e che sono sostenute con le risorse del Fondo Sanitario nazionale.
Il giudice del Tar Lazio Giulia Lattanzi, ha sospeso l’efficacia del Decreto dopo aver ravvisato la liceità del ricorso che faceva leva sulla carenza istruttoria, la mancata considerazione dell’andamento dei costi produttivi aggiornati e le criticità giuridiche e metodologiche del Decreto impugnato: Le tariffe non tengono conto dell’incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica.
La Commissione ha operato oltre i limiti temporali previsti dalla normativa, senza una valida base legislativa. Le tariffe approvate determinano poi una riduzione media del 22-27% rispetto ai valori precedenti, compromettendo la sostenibilità operativa delle strutture accreditate. Questo impatto è particolarmente grave per le strutture private che potrebbero essere costrette a cessare l’erogazione dei servizi e per i cittadini che dovranno ricorrere a determinate prestazioni a proprie spese, creando evidenti disparità di trattamento.