Contratto Comparto Sanità privata accreditata

L’ACOP prende atto delle informazioni fornite dal Ministero della Salute in merito all’incremento dei DRG e, conseguentemente, dei budget, e dichiara la propria disponibilità, senza condizioni, a sedersi al tavolo delle trattative per il rinnovo del CCNL.

Lo ha affermato Enzo Paolini, Vicepresidente nazionale ACOP, nel corso della riunione con le organizzazioni sindacali e la Conferenza delle Regioni, convocata dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

«Siamo ben consapevoli – ha affermato Paolini – che, per il rispetto dovuto alle lavoratrici e ai lavoratori, non sia possibile legare l’incremento dei DRG al rinnovo contrattuale: il primo è connesso alla sostenibilità dell’impresa, il secondo al diritto alla giusta remunerazione del lavoro. Riteniamo tuttavia che una seria politica sanitaria debba tenere conto dell’intero contesto e agire di conseguenza, evitando posizioni intransigenti che non conducono ad alcun risultato».

«La storia recente – ha aggiunto, riferendosi all’ultimo, disastroso rinnovo contrattuale, siglato sulla base di accordi poi non rispettati – ha dimostrato come far dipendere la dinamica salariale esclusivamente da coperture governative porti inevitabilmente a sperequazioni inaccettabili, all’esodo dei dipendenti e a crisi aziendali».

«Per queste ragioni – ha concluso Paolini – ACOP dialogherà con il Governo per rendere finalmente operativo un aggiornamento tariffario atteso da quindici anni e per superare il blocco dei tetti di spesa previsto dall’ormai obsoleto e incostituzionale DL 95/2012. Parallelamente, saremo al tavolo del confronto sindacale per giungere rapidamente a un contratto collettivo adeguato ai tempi, sia sul piano economico sia su quello normativo».

La politica, nella sua interezza – sociale e associativa – dovrà essere in grado di tenere insieme e armonizzare questi due aspetti. In caso contrario, non si potrà parlare di reale rispetto del lavoro nella libera impresa, ma di un logorante e sterile “tirare a campare” assistito dallo Stato, con inevitabili ricadute negative sulla qualità e sull’efficienza del servizio pubblico.

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