Il rapporto fra diritto e intelligenza artificiale

a cura dell’avv. Maria Antonella Mascaro

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale sta modificando la società ponendola di fronte a trasformazioni che richiedono una seria riflessione sul piano giuridico e sociale.

Nel campo sanitario, l’intelligenza artificiale sta introducendo nuove possibilità nella diagnosi precoce e nella personalizzazione delle terapie, supportando notevolmente i medici nelle diagnosi. Tuttavia, questa rapida evoluzione tecnologica pone importanti problematiche sul piano giuridico. La necessità di regolamentare l’utilizzo della IA, si scontra con la velocità del progresso tecnologico, creando un divario che il legislatore deve costantemente cercare di colmare.  Primo fra tutti il tema sulla protezione dei dati personali, la trasparenza degli algoritmi, la responsabilità degli sviluppatori dei sistemi e di conseguenza dei medici che traggono dati dall’uso dell’intelligenza artificiale.

La gestione dei dati personali, in particolare, rappresenta un primo importante snodo. L’introduzione del GDPR in Europa ha posto le basi per una tutela più efficace, ma il legislatore rincorre il progresso; si pensi, ad esempio, alle problematiche legate al diritto all’oblio e alla sicurezza delle informazioni sensibili che richiedono un continuo aggiornamento delle normative e della gestione della protezione dei dati che mutano.

Il bilanciamento tra innovazione e tutela dei diritti fondamentali emerge fortemente. È necessario promuovere lo sviluppo tecnologico senza compromettere i diritti fondamentali, tanto individuali che collettivi e garantire equamente l’accesso ai benefici della IA.

Cercare un punto di equilibrio richiede la necessità di comunicazione fra le parti in causa, partendo dalle istituzioni, passando alle imprese e a tutti gli interpreti della comunità scientifica e sociale, non dimenticando, quando si parla di sanità del primo beneficiario: il paziente.

Le applicazioni della IA, inoltre, devono tendere sempre più alla ecosostenibilità, contribuendo. Tutto ciò, però deve essere realizzato con norme legislative e di comportamento chiare e trasparenti.

È, dunque, essenziale investire nella formazione continua del personale, sviluppare politiche interne per l’uso responsabile della IA e partecipare attivamente al dibattito sulla sua regolamentazione.  

Pur esistendo normative europee che devono entrare a pieno titolo, attraverso gli strumenti legislativi, nell’ordinamento legislativo del paese, dovrebbero essere stabilite norme di diritto internazionale, quantomeno nell’area europea, applicate in modo egalitario, onde evitare dispersione di dati, gestione degli stessi da parti di fonti esterne che non appartengono al processo, furti di identità o errori di gestione da parte degli sviluppatori e degli utilizzatori. Un chiaro sistema giuridico che ancora tarda ad essere varato, nonostante la presenza della IA sia entrata in modo prorompente in ambito sanitario.

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