COMUNICATO 20 MAGGIO 2025
La legge di bilancio del 2021 ha istituito l’indennità di Pronto Soccorso per i medici di Pronto Soccorso che sono considerati una categoria disagiata, insieme agli anestesisti e ai radiologi, gli ultimi dei quali già godevano di otto e quindici giorni di riposo biologico annuali, oltre all’indennità di rischio radiologico.
Le successive leggi di bilancio hanno portato l’indennità da un euro lordo a circa 4/5 euro, nel senso che l’indennità complessiva effettivamente erogata in busta paga raggiunge questo valore, oltre alle eventuali rimanenze a consuntivo che vanno ridistribuite. Un valore maggiore di indennità significherebbe maggiore carenza di medici.
Purtroppo, dopo oltre un anno dall’entrata in vigore del nuovo CCNL, la rivalutazione economica dell’indennità è sospesa, con importi fermi a 1 euro/ora lordo. Solo il Veneto, la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Piemonte, la Puglia e da ultimo la Toscana hanno provveduto all’adeguamento nazionale, ma le altre regioni sono rimaste indietro.
Nella legge di bilancio 2021 si afferma che l’indennità di Pronto Soccorso rappresenta un ristoro economico destinato esclusivamente “ai fini del riconoscimento delle particolari condizioni del lavoro”, rassicurando categorie di medici e pazienti sul fatto che la professione svolta in reparti di urgenza e di emergenza sia maggiormente tutelata, proprio perché più rischiosa e disagiata quanto a numero di interventi, ad attenzione e a turni; in una parola a rischio.
Il ristoro concesso attraverso l’indennità rappresenta un segno di civiltà dovuta, oltre che far ben sperare il ritorno degli specializzandi che non prediligono queste aree di specializzazione, in quanto complesse, rischiose, anche per il fatto che il personale è spesso vittima di comportamenti violenti da parte dei pazienti e dei loro familiari.
Eppure, nonostante l’attuale legge finanziaria ha incrementato l’indennità di ulteriori 15 milioni di euro portandola a complessivi 102 milioni di euro annui, permane ancora il problema dell’attribuzione in busta paga.
Si verifica, pertanto, che dette valorizzazioni economiche, spettanti solo al personale incardinato e con dedica esclusiva nei Pronto Soccorso e nei 118 comporterebbe un incremento dello stipendio medio intorno ai settemila euro annui lordi, stante un orario ordinario su 6 giorni, cui va aggiunto il già previsto aumento di venti euro di indennità di guardia notturna e festiva rispetto alle altre discipline, per un totale di aumento annua che si aggira intorno agli otto/diecimila euro.
Un dato notevole se venisse applicata la legge e, dunque, attribuita l’indennità, che renderebbe immediatamente e nuovamente attrattive queste specializzazioni della medicina ed eviterebbe, ancora una volta, il ricorso, ormai indispensabile al medico a gettone.
Invece, lo scenario che si apre dinanzi al nostro Paese, dopo anni dalla fine della pandemia, è quello di una totale deregulation a favore delle società interinali e cooperative che procurano agli ospedali medici, non specializzati in medicina di urgenza e di emergenza, a costi altissimi che pesano ingentemente sul sistema sanitario.
avv. Maria Antonella Mascaro