COMUNICATO 24 SETTEMBRE 2024
Un’analisi della fondazione Gimbe ha permesso la promozione di solo 6 regioni del paese per quanto attiene trasparenza e completezza delle informazioni sui tempi di attesa sanitarie ambulatoriali.
Sembra una disfatta dal momento che queste non rappresentano neanche un terzo dell’Italia.
Le suddette regioni virtuose, secondo lo studio della fondazione, sarebbero la Valle d’Aosta, il Veneto, la Toscana, l’Umbria, la Puglia e la provincia autonoma di Bolzano. Dunque, una sola regione del Mezzogiorno e una provincia autonoma che rappresenta l’Alto Adige, storicamente di organizzazione non propriamente italiana.
Si tratterebbe di una raccolta di dati, in attesa del monitoraggio ufficiale da parte del Ministero della Salute, relativa ai tempi di attesa, che rileva in un determinato periodo la differenza in giorni tra data di prenotazione e data assegnata per l’erogazione della prestazione.
Dette regioni e provincia autonoma sarebbero in testa alla classifica della trasparenza e completezza in base a tutti gli indicatori presi in considerazione, che riguardano: i dati aggregati e delle singole Asl, il numero delle prestazioni monitorate, il tempo di attesa medio o mediano, la classe di priorità, il confronto tra le aziende sanitarie.
Sarebbero, poi, sette, le regioni escluse dal monitoraggio: Basilicata, Campania e Lombardia, perché non dispongono di un portale unico con i dati del monitoraggio ex-ante, ma rimandano ai siti delle singole Aziende sanitarie, unitamente ad Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento e Sicilia in quanto, pur avendo un portale regionale unico, per il monitoraggio ex-ante riportano solo il dato storico antecedente al 31 dicembre 2023.
Questa analisi denota pesanti disagi per i pazienti, peggiora gli esiti di salute e fa lievitare la spesa privata, che può portare all’aumento della migrazione sanitaria per chi può e rinunciare alle cure per chi non può permetterselo: in un caso o nell’altro, si viene a creare una disparità di trattamento, inaccettabile per sistema sanitario pubblico.
L’obiettivo dello studio non è quello di creare una classifica tra le Regioni, ma, altresì, quello di portare ad un miglioramento delle informazioni dei portali regionali, rendendoli davvero trasparenti per i cittadini.
I pazienti hanno il diritto di conoscere le prestazioni monitorate, i tempi medi di attesa e se la propria Regione rispetta gli standard stabiliti. Inoltre è fondamentale che le modalità di prenotazione siano semplici e accessibili.
Tutto questo deve avere una costruzione centrale, cioè i portali vanno gestiti e rafforzati a livello regionale e qui attuare un decentramento forte, ma con il controllo statale che deve imporre gli standard e concedere i finanziamenti alle regioni che hanno maggiormente bisogno di potenziare i sistemi, anche attraverso una contabilità pubblica.
avv. Maria Antonella Mascaro