COMUNICATO 10 OTTOBRE 2024
In questi ultimi due anni si è seguita con grande attenzione la divulgazione dei casi in Europa e in Italia, in particolare, dei casi di dengue che sono notevolmente aumentati, tanto che si stima che quattro miliardi di persone siano a rischio di infezioni trasmesse dalla zanzara tigre, a livello mondiale. Il numero è destinato ad aumentare entro il 2050.
E’ nata, pertanto, la necessità di ideare un piano mondiale di preparazione e risposta alla dengue e alle altre malattie veicolate da zanzare. A pensare la progetto è ovviamente l’organizzazione più importante a livello mondiale della salute, cioè l’OMS.
Il progetto richiede un investimento di cinquantacinque milioni di dollari ed è indirizzato a dare una risposta coordinata fra tutti i paesi attraverso cinque azioni: a) il coordinamento delle emergenze, b) la sorveglianza collaborativa con diagnosi precoce e analisi epidemiologiche, c) la protezione delle comunità tramite il coinvolgimento attivo, d) la gestione clinica efficace per garantire che i pazienti possano ricevere cure adeguate ed e) la promozione della ricerca per trattamenti migliori e vaccini efficaci.
La febbre dengue è presente in oltre centotrenta paesi, specialmente quelli con clima tropicale e subtropicale, nel sud-est asiatico, nel Pacifico occidentale e nelle Americhe, oltre che in Africa.
A dicembre dello scorso anno L’OMS ha classificato la dengue con il livello di grado 3 di emergenza, cioè il più elevato.
Le cause sono dovute alle cattive pratiche ed abitudini idriche e igienico sanitarie, oltre che ad una mancanza di pianificazione urbana, ai cambiamenti climatici, alla trasmissione attraverso i viaggi intercontinentali che agevolano la diffusione della malattia, unitamente ad altre come Zika, chikungunya e il virus Oropouche.
Quest’ultimo, più recente, è trasmesso all’uomo dal Culicoides paraensis, una specie di moscerini mordaci (piccoli insetti volanti) presenti nell’America meridionale e centrale, oltre che nei Caraibi.
avv. Maria Antonella Mascaro