L’intelligenza artificiale applicata all’elettrocardiogramma

Le applicazioni dell’intelligenza artificiale al campo medico sanitario sono sempre di più la dimostrazione di come il progresso scientifico possa aiutare la diagnosi precoce e fungere, in alcuni casi da salvavita.

Si parla della possibilità di effettuare una diagnosi di infarto in 37 secondi, attraverso l’applicazione dell’intelligenza artificiale, facendo sì che questa si dimostri un fidato alleato della cardiologia per la diagnosi, il monitoraggio e la gestione dei pazienti. Proprio per la sua applicazione così vasta, nell’ultimo Congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC), sono state presentate le prime linee guida italiane sull’uso dell’intelligenza artificiale “salva cuore”, dal momento che il risvolto della medaglia negativo ad un’applicazione così vasta e importante è rappresentato dai margini di errore e dunque dall’errore medico. Il documento relativo alle suddette linee guida sull’impiego dell’IA in cardiologia, prende in esame gli utilizzi della medesima, mettendo in rilievo le enormi potenzialità applicative, a partire dal monitoraggio serrato dei pazienti ad alto rischio ricoverati. Uno studio, effettuato su quasi 16.000 pazienti, pubblicato su Nature Medicine, ha dimostrato che, l’applicazione della intelligenza artificiale all’elettrocardiogramma può ridurre la mortalità a tre mesi, del 31%.

Ancora l’impiego della IA nella valutazione dell’elettrocardiogramma è molto incentivante perché la velocità di diagnosi è quattro volte superiore a quella dell’essere umano specializzato (medico), dal momento che la diagnosi è possibile in 37 secondi. L’efficacia del sistema si è verificata anche nella valutazione degli esami holter, nell’analisi delle ecocardiografie, delle risonanze magnetiche, delle tac anche per la diagnosi di cardiomiopatie, difetti valvolari, stenosi coronarica.

Si potrà pensare, addirittura, di aiutare la diagnosi delle malattie cardiovascolari, in tempi sempre minori.

Come sempre, però, esistono delle criticità di cui tenere conto utilizzando l’intelligenza artificiale; non solo perché sono necessarie più ampie ricerche per validarne le potenzialità e gli usi nella pratica clinica, ma soprattutto per gli aspetti etici e normativi su cui è necessario riflettere.

Molti algoritmi, specialmente quelli basati sul deep learning operano spesso prendendo decisioni sulla base di calcoli complessi da decifrare per un essere umano, e che quindi possono rendere difficile riconoscere eventuali errori.

E’ difficile anche stabilire a chi vadano attribuite le responsabilità in caso di errore dell’algoritmo, o comunque della macchina: al produttore, al medico, al tecnico o ad altri e così via nella classifica piramidale della responsabilità.

Anche per questo motivo è necessario stabilire seri criteri di adozione e uso appropriato della IA, per stabilire con estrema chiarezza e trasparenza su chi far ricadere l’eventuale errore che potrebbe scaturire dalla sua applicazione.

avv. Maria Antonella Mascaro

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