COMUNICATO 16 OTTOBRE 2025
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale sta modificando la società ponendola di fronte a trasformazioni che richiedono una seria riflessione su ogni piano e da ogni punto di vista, tanto scientifico, quanto giuridico e sociale. L’intelligenza artificiale sta introducendo nuove possibilità nella diagnosi precoce e nella personalizzazione delle terapie, supportando notevolmente i medici nelle diagnosi. Tuttavia urge la necessità di regolamentare l’utilizzo della IA e la sua velocità di applicazione si scontra con la lentezza della regolarizzazione, creando un divario che il legislatore deve costantemente cercare di colmare. Primo fra tutti il tema sulla protezione dei dati personali, la trasparenza degli algoritmi, la responsabilità degli sviluppatori dei sistemi e di conseguenza dei medici che traggono dati dall’uso dell’intelligenza artificiale.
È di fondamentale importanza promuovere lo sviluppo tecnologico senza compromettere i diritti fondamentali, tanto individuali che collettivi e garantire equamente l’accesso ai benefici della IA.
Cercare un punto di equilibrio richiede la necessità di comunicazione fra le parti in causa, partendo dalle istituzioni, passando alle imprese e a tutti gli interpreti della comunità scientifica e sociale, non dimenticando, quando si parla di sanità del primo beneficiario: il paziente.
Pur esistendo normative europee che devono entrare a pieno titolo, attraverso gli strumenti legislativi, nell’ordinamento legislativo del paese, dovrebbero essere stabilite norme di diritto internazionale, quantomeno nell’area europea, applicate in modo egalitario, onde evitare dispersione di dati, gestione degli stessi da parti di fonti esterne che non appartengono al processo, furti di identità o errori di gestione da parte degli sviluppatori e degli utilizzatori. Un chiaro sistema giuridico che ancora tarda ad essere varato, nonostante la presenza della IA sia entrata in modo prorompente in ambito sanitario.
La creazione di software di intelligenza artificiale sempre più accurati, in grado di fare diagnosi precise sui pazienti è lo scopo perseguito dalle aziende del campo.
Uno dei progetti che viene fuori da un gruppo di lavoro importante, sotto l’egida della Microsoft ha dimostrato la capacità di diagnosticare correttamente l’85% dei casi clinici, pubblicati dal New England Journal of Medicine (una delle riviste mediche più prestigiose al mondo). Questa statistica supererebbe di oltre quattro volte il tasso di accuratezza di un gruppo di medici esperti (la notizia è stata pubblicata fra gli altri sul quotidiano La Repubblica)
Si comprende bene quale potrebbe essere la portata dello studio e l’applicazione del software alla medicina.
Una nuova frontiera della diagnosi sequenziale con la capacità di replicare il ragionamento clinico passo dopo passo. Il programma seguirebbe un processo reale di diagnosi che parte dai sintomi della malattia, prescrivendo esami e valutando i risultati.
Secondo i ricercatori del progetto, un paziente che presenta tosse e febbre potrebbe far decidere al sistema di richiedere prima esami del sangue e poi una radiografia del torace, prima di arrivare alla diagnosi corretta di polmonite, proprio come farebbe un medico, con tempi abbreviati.
Questo sistema sarebbe molto efficiente anche nei costi, ovviamente non è possibile pensare di sostituire il medico, ma un affiancamento che permetta di bilanciare le risorse, supportando, specialmente nei casi più difficili il medico specialista.
Lo scopo, dunque, è sempre migliorativo del sistema e non sostitutivo.
Si deve imparare a fare buon uso delle risorse tecnologiche sempre ad aiuto dell’essere umano insostituibile.