COMUNICATO 20 MARZO 2025
L’universalità delle cure somministrate attraverso il Sistema Sanitario Nazionale garantisce a tutti di potere accedere alle stesse, senza alcuna distinzione; d’altra parte, però, i pazienti si scontrano con le liste di attesa, il problema del ticket e delle spese private, eventi, questi, che li spingono verso indagini ed esami medici a pagamento.
Oggi, è più importante che mai avere trasparenza sui costi sanitari dal momento che la spesa sanitaria grava per tre quarti sul pubblico, ma per un quarto sulle famiglie. La distribuzione dei costi, però, non è egualitaria, in quanto non tutti pagano allo stesso modo, dal momento che vi è un profondo divario fra le regioni del nord e quelle del sud. In Lombardia, la spesa sanitaria privata pro capite è di circa 1.000 euro l’anno, mentre in Basilicata scende a 377 euro. Un divario che non è solo economico, ma anche di accesso alle cure: più le strutture pubbliche sono carenti, più i cittadini sono costretti a rivolgersi al privato. Quando, poi, si passa agli esami diagnostici, alle visite specialistiche, alla fisioterapia – servizi che, sulla carta, il pubblico offre, ma che nei fatti molti italiani preferiscono (o sono costretti) a pagare privatamente per evitare lunghe liste d’attesa – i costi diventano veramente enormi.
Fonti quali la Confcommercio Salute, Sanità e Cura, da dettagliati resoconti di spesa, indica la necessità di maggiore trasparenza per i cittadini, in modo da rendere noti i costi delle prestazioni e di conoscere quale costo è coperto dal sistema sanitario nazionale e quale dalla tasca del cittadino, tanto per le prestazioni effettuate attraverso il pagamento del ticket, quanto per quelle totalmente a carico del paziente, effettuate in regime privato.
Un meccanismo semplice, ma rivoluzionario, ritiene il Presidente di Confcommercio salute, sanità e cura in quanto, attraverso la trasparenza. Se oggi molti cittadini percepiscono la sanità pubblica come gratuita, un sistema del genere li aiuterebbe a comprendere quanto realmente costa ogni prestazione e quanto lo Stato investa per garantirla.
Oltretutto potrebbero verificarsi meno sprechi e maggiore efficienza ed equità tra le regioni.
Tutto ciò avverrebbe attraverso l’integrazione della digitalizzazione, la formazione di medici e operatori sanitari, la creazione di un tariffario unico nazionale per prestazioni pubbliche e private, con aggiornamenti trasparenti, pubblicazione di report e dati sulle spese sanitarie.
Sostanzialmente si tratterebbe di creare un nuovo modello di gestione per la sanità, nel quale ogni cittadino sappia esattamente quanto costa ciò che riceve e possa valutare in modo informato le proprie scelte.
avv. Maria Antonella Mascaro