Comunicato del 11 luglio 2024
Continua anche da parte del primo sindacato dei medici, la critica nei confronti del decreto liste di attesa e della legge sull’autonomia differenziata, critica necessaria e finalizzata, secondo l’opinione dei sanitari, a scongiurare gli effetti devastanti di una legge di tal fatta che mina l’unità del paese.
Per tale motivo dopo un ampio e approfondito confronto, i medici hanno espresso una posizione unanime e incondizionata sul decreto liste di attesa e sulla legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata, definendo il decreto un provvedimento che non chiarisce il controllo sull’appropriatezza delle prestazioni erogate, né dell’impegno datoriale sui rinnovi dei contratti dei medici.
Questi provvedimenti hanno il cattivo gusto di vanificare la richiesta dei medici di valorizzare le indennità dovute, gli aumenti richiesti.
Le vere cause responsabili dei lunghi tempi di attesa sono dovute alla mancata riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, alla lunga stagione dei tagli in sanità, alla grave carenza di personale ancorata al blocco ventennale del tetto di spesa, alla evidente inappropriatezza delle prestazioni, oltre al fenomeno dilagante della medicina difensiva.
Se l’offerta sanitaria è quasi inesistente, non accade per effetto della domanda che è sempre più cospicua, ma perché c’è scarsa prevenzione secondaria e terziaria, perché non si valorizza la professione sanitaria, né per le condizioni contrattuali, né per le forme di responsabilità professionale, che hanno come effetto la paura di fare, di intervenire.
L’esperienza del passato dice che grandi sono stati gli sprechi, enormi le disuguaglianze, aumentate dalla diversità del territorio, con danni per il cittadino che ha dovuto pensare a trasferirsi in un territorio lontano da casa per potersi curare, creando enormi costi per il territorio regionale da cui è partito. Ovviamente l’autonomia differenziata non può che rappresentare una decapitazione per le regioni che non sono, perché non hanno potuto essere, virtuose e, pertanto, incrementa le differenze.
Inoltre i futuri LEP richiederanno importanti risorse aggiuntive che costringeranno molte regioni ad aumentare il prelievo fiscale riducendo, ulteriormente, il portafoglio dei cittadini.
Dunque da molti parti l’accordo che questa legge abbia il potere di far ritornare indietro il paese e trasformarlo in piccoli feudi, compromettendo definitivamente i principi costituzionali a lungo difesi, che sono alla base della democrazia, ma soprattutto dell’universalità della salute.
avv. Maria Antonella Mascaro