COMUNICATO 29 MAGGIO 2025
E’ un fatto assodato quanto l’impiego dell’intelligenza artificiale sia un fenomeno a largo campo, utile nei termini di risparmio di tempo impiegato, di precisione e, purtroppo, in alcuni casi di sostituzione di alcune competenze.
Per guardare, al momento, agli effetti positivi dell’impiego della IA si è osservato nella comunità scientifica specializzata il beneficio dell’uso della stessa ad adiuvandum,per esempio, alla risonanza magnetica nell’individuazione più precisa e capillare delle metastasi cerebrali.
A seguito del trattamento radioterapico delle metastasi al cervello, attraverso la radiochirurgia stereotassica che è una tecnica efficace per il trattamento delle metastasi cerebrali, non è facile distinguere tra le alterazioni indotte dal trattamento radioterapico del tessuto cerebrale e la progressione del tumore. La risonanza magnetica, spesso, non dirime il busillis, perché le caratteristiche radiologiche dei due tipi di tessuto sono molto simili.
Diversamente secondo uno studio italo-tedesco sul tema, maggiore successo potrebbe provenire dall’impiego dell’intelligenza artificiale. Dai risultati sembrerebbe proprio che la IA distingua tra radionecrosi e progressione tumorale in pazienti con metastasi cerebrali sottoposti a radiochirurgia.
La ricerca è stata condotta da un team multidisciplinare di neuroradiologi, di oncologi, di radioterapisti e di patologi in collaborazione tra Istituto Clinico Humanitas e l’University Hospital di Tubinga. Lo studio ha analizzato più di 100 lesioni cerebrali in pazienti sottoposti a radioterapia stereotassica (radioterapia ad alta precisione) per le quali era disponibile una conferma istologica, ottenuta tramite biopsia. La ricerca ha impiegato modelli di deep learning, algoritmi di IA, i quali hanno mostrato risultati che sono in grado di distinguere con elevata accuratezza la radionecrosi dalla progressione tumorale.
Questo studio dimostra che l’impiego dell’intelligenza artificiale può essere un potente strumento diagnostico, forse addirittura sostitutivo di procedure di biopsia.
Ovviamente sono necessari ulteriori studi prima che i risultati possano far sì che la ricerca si trasformi in un protocollo o faccia parte di una procedura sostitutiva delle tecniche invasive ma è un passo molto avanzato nel campo della neo-oncologia, oltre che rappresentare un ottimo lavoro di squadra fra altissime competenze mediche e tecnologiche.
avv. Maria Antonella Mascaro