Decreto PA

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, lo scorso 19 febbraio, un decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni.

Il testo prevede misure urgenti al fine di rendere il settore pubblico più attrattivo per le giovani generazioni e per garantire la funzionalità delle pubbliche amministrazioni. Si articola in tre parti: reclutamento, organizzazione e funzionalità. Una norma prevede la possibilità per le regioni, le province, le città metropolitane ed gli enti locali di assumere, come funzionari, diplomati degli Istituti tecnologici superiori, con l’obiettivo di attrarre le nuove generazioni al settore pubblico e, allo stesso tempo, dotare le amministrazioni di personale tecnico qualificato. I giovani, assunti a tempo determinato, potranno proseguire il loro percorso professionale dopo aver conseguito la laurea e una valutazione positiva del lavoro svolto. Inoltre, è previsto un potenziamento delle competenze della Commissione RIPAM, a cui è affidata la fase di selezione del personale pubblico delle amministrazioni centrali, con esclusione espressa delle procedure concorsuali già in corso.  

Un’attenzione particolare è dedicata al funzionamento degli enti locali con la previsione delle riassegnazioni di somme eventualmente non utilizzate. Ancora, sono previste misure specifiche in materia di personale nei territori colpiti dal sisma del 2009 e del 2016 e per quelli dell’Emilia-Romagna, Marche e Toscana colpiti dalle alluvioi verificatisi da maggio 2023.

Ma il decreto non è esente da critiche e ad intervenire sul punto è il Presidente della Conferenza delle Regioni, il quale ha inviato una nota ufficiale al Governo esprimendo forti perplessità sul Decreto Legge PA e, a tal fine, denunciando l’assenza di misure necessarie per garantire maggiore flessibilità nel reclutamento del personale per le amministrazioni regionali e per il settore sanitario.

Il decreto, a suo parere, non accoglie le richieste avanzate dalle Regioni, come l’estensione della previsione contenuta nell’articolo 3-ter, comma 4-bis, del DL 44/2023, che avrebbe permesso un incremento al 20% della possibilità di assumere coloro che avevano contratti di apprendistato.  Altro punto critico riguarda la progressiva armonizzazione dei trattamenti economici per le sole Amministrazioni Centrali, che, secondo il Presidente Fedriga, crea un’ulteriore disparità tra il personale statale e quello regionale e sanitario.  

Quanto alla legge di bilancio 2025, questa destina i risparmi ottenuti dalle assunzioni, all’incremento delle risorse per il salario accessorio, ma detta statuizione non include le Regioni e la Sanità, penalizzando gli enti territoriali.

Per queste ragioni, il presidente della Conferenza delle Regioni ha chiesto al Governo un confronto con le regioni.

avv. Maria Antonella Mascaro

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