Anidride carbonica come mezzo di contrasto nei trattamenti endovascolari

L’uso di mezzi di contrasto per il trattamento delle malattie arteriose, è composto da liquidi che possono essere molto dannosi al livello renale.

E’ stato, pertanto, sperimentato l’utilizzo di anidride carbonica in sostituzione del mezzo di contrasto iodato. Una tecnica, sperimentata in una struttura lombarda, che ha permesso di effettuare interventi chirurgici anche molto complessi, evitando incisioni chirurgiche e una notevole riduzione delle complicanze operatorie.

I danni provocati dal mezzo di contrasto iodato non sono di poco conto, pur se l’inserimento di tale mezzo consente di rendere ben visibile l’albero arterioso, trasformando il rilievo radiografico in una vera e propria fotografia delle arterie e, dunque, individuare con chiarezza i punti “difettosi”. Ovviamente l’impiego dei mezzi liquidi di contrasto è importante in tutte le fasi. L’utilizzo del liquido permette di monitore tutte le fasi dell’intervento e di verificare il risultato finale. Purtroppo, i liquidi utilizzati possono provocare gravi danni a livello renale, fino a portare alcuni pazienti alla dialisi. Molto dipende, anche, dalla quantità di liquido iodato iniettata.

Proprio per evitare le conseguenze dannose dei liquidi iodati iniettabili, negli ultimi anni, è stato, si potrebbe dire reintrodotto, l’uso di anidride carbonica come mezzo di contrasto alternativo, che presentandosi a livello gassoso non determina danni renali. La tecnica non è innovativa, in quanto era nota già dagli anni ’70 e nel tempo è stata perfezionata.

Trattandosi di un gas l’eliminazione nel sangue è molto più veloce.

Ovviamente non si può pensare ad una sostituzione totale del gas rispetto ai liquidi, come mezzo di contrasto, perché, come si è detto sopra, certamente il liquido permette una visione dell’albero arterioso quasi perfetta, ma l’utilizzo del gas diventerebbe il più idoneo proprio nei casi di pazienti con funzionalità renale compromessa, aumentando il numero di pazienti trattabili, attraverso l’applicazione di metodiche endovascolari anche complesse. Si allargano, pertanto, le soluzioni terapeutiche e, di conseguenza, le proposte di tecniche meno invasive, anche da inserire nel modulo del consenso informato, con una maggiore offerta e prospettiva di chances di guarigione anche per pazienti che fino ad oggi venivano esclusi dalle procedure chirurgiche a causa della loro fragilità.

avv. Maria Antonella Mascaro

Comments 1

  1. Tutto verissimo quanto ricordato
    L’iniezione di gas ha comunque i suoi rischi come ben sanno gli Anestesisti. Sicuramente interessati alla prevenzione di allergie ai mezzi Iodati ma anche alle embolie gassose ( medici Iperbarici)
    Senza arrivare alla embolia la iniezione di un Gas sovraccarica il sistema Cuore polmoni . Forse dovrebbe essere proprio anestesista presente a manvrare /sovraintendere la macchina inietteice
    Nelle unita dialisi abbiamo buoni esempi

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