COMUNICATO 16 APRILE 2025
Non è un mistero, dalle numerose notizie quotidiane, che gli atti di violenza nei confronti del personale sanitario siano aumentati. Nonostante l’introduzione nel sistema penale di un reato ad hoc e i notevoli inasprimenti delle pene, sui sanitari si è abbattuta una grave ondata di minacce e di violenze, già a partire dall’anno scorso, ma nel 2025, pur se appena cominciato, i casi sono in notevole aumento.
Dati recenti mostrano un ulteriore incremento delle aggressioni non da poco che già nel 2024, le strutture sanitarie italiane avevano registrato in oltre ventimila casi. In media, ogni azienda sanitaria ha subito 116 episodi in un solo anno, con un aumento del 5,5% rispetto all’anno precedente. Le denunce da parte dei sindacati del personale sanitario – in particolar modo da parte di quelli degli infermieri – sono state molteplici.
Le cause di queste violenze sono svariate, ma certamente primeggiano: la carenza di personale e i tempi di attesa prolungati.
Nonostante le nuove norme che consentono l’istallazione di telecamere per permettere un intervento immediato, fino all’arresto di coloro che compiono atti di violenza o minaccia nei confronti del personale o anche su beni delle strutture sanitarie, non sono molte le regioni e le strutture che possono permettersi la spesa. Ad esempio, la Lombardia ha introdotto dispositivi tecnologici come bodycam, smartwatch anti-aggressione e pulsanti d’allarme per il personale sanitario, al fine di migliorare la sicurezza nei pronto soccorso e nei servizi di urgenza ed emergenza, ma come si accennava, di sopra, si tratta di dotazioni costose che dipendono dalla “ricchezza” territoriale.
E’ stato avviato, a livello nazionale, il progetto europeo Brave-Wow che coinvolge, oltre all’Italia, il Portogallo, la Spagna e la Slovenia, con l’obiettivo di comprendere le cause della violenza negli ospedali e promuovere interventi a breve e lungo termine per contrastarla.
Il progetto prevede la partecipazione di 10 ospedali italiani e l’aumento di misure come protocolli da seguire e strumenti di lavoro per poter contrastare il fenomeno. E’ fondamentale garantire la sicurezza degli operatori e promuovere una cultura del rispetto all’interno delle strutture sanitarie.
Nell’immediato la Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche ha chiuso un accordo con enti assicurativi per poter fornire al personale con il costo di un premio irrisorio copertura per questo rischio in particolare.
Va da sé che non si tratta della soluzione ad un grosso problema, ma solo di un piccolo contributo che, però, al momento grava, pur se a costi minimi, sulla vittima di queste aggressioni e non sull’aggressore o sul datore di lavoro!
avv. Maria Antonella Mascaro