Aggiornamenti sul Decreto Tariffe

Proprio all’inizio di questa settimana sono state pubblicate le novità sul nuovo decreto delle tariffe per le prestazioni di assistenza essenziali, in particolare assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, che, ragionevolmente potrà essere applicabile a partire dal primo dicembre 2024.

La parola ora è passata alla Regioni che, per motivazioni diverse, hanno portato all’attenzione una serie di richieste e valutazioni.

In questi giorni, infatti, si è tenuta una riunione degli assessori alla Salute delle Regioni, dove sono state formulate proposte emendative alla manovra e modifiche al testo del Decreto Ministeriale.

Alcune delle richieste provengono dalle Regioni, per così dire più virtuose, nel senso che si tratta delle Regioni che hanno i conti in ordine.

La prima richiesta riguarda la possibilità per tutte le Regioni con i conti in regola, comprese quelle che hanno un piano di rientro, di poter utilizzare i risparmi per sostenere spese sanitarie ulteriori rispetto ai livelli essenziali di assistenza.

Un’altra richiesta, invece, proveniente sempre nell’ambito del consesso tenutosi, concerne il fatto di consentire alle Regioni, sempre cosiddette virtuose, di fissare importi tariffari superiori alle tariffe massime di remunerazione delle strutture che erogano assistenza ospedaliera ed ambulatoriale a carico del servizio sanitario nazionale. Sono queste due delle richieste di modifica delle Regioni al decreto sulle nuove tariffe per specialistica ambulatoriale e protesica.

Sulla seconda delle due, la capofila è stata la Lombardia che aveva espresso notevoli perplessità sul decreto che accompagnava i nuovi tariffari in quanto il provvedimento poneva limiti molto stringenti sulla possibilità di fissare tariffe più alte rispetto a quelle definite.

Le richieste hanno riguardato anche le tempistiche con slittamento dell’entrata in vigore dei nuovi tariffari al 30 dicembre 2024, in luogo del primo dicembre previsto.

Inoltre è stato prospettato che tutte le ricette emesse entro il 29 dicembre del corrente anno, siano erogabili con le vecchie tariffe entro e non oltre 12 mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni del decreto, prorogabili di ulteriori 6 mesi. Il tutto per garantire una transizione graduale ed evitare che i cittadini debbano rifarsi fare una ricetta, qualora i tempi della somministrazione della prestazione dovessero essere superiori a quelli dell’entrata in vigore dei nuovi tariffari.

La risposta sulla possibilità di accogliere gli emendamenti e le varie istanze, passerà al Ministero dell’Economia e Finanza che dovrà valutare la fattibilità, pur se sul decreto dovrà esprimersi la conferenza Stato Regioni che in una seduta straordinaria dovrà approvare il riparto del Fondo sanitario Nazionale 2024, ancora non chiuso.

avv. Maria Antonella Mascaro

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