Addio definitivo alla ricetta cartacea

Dal primo gennaio è scattato il passaggio definitivo alla ricetta elettronica, nel senso che prescrizioni di esami di tutti i generi e farmaci non potranno più essere somministrati se non attraverso la presentazione della ricetta elettronica. Ai fini della definitiva e pluriannunciata transizione, la ricetta cartacea resterà ancora operativa in attesa che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Sogei, il Ministero della Salute e l’Aifa diano indicazioni operative a riguardo, ma questo dovrebbe riguardare solo il breve periodo di passaggio e per coloro i quali ne sono ancora in possesso.

Va ricordato che la sperimentazione della ricetta elettronica era iniziata durante la pandemia e doveva terminare alla fine del 2024, ma l’esperienza della digitalizzazione della ricetta, nonchè la comodità di trasmissione ne hanno determinato un ottimo funzionamento nel corso degli ultimi quattro anni, motivo per il quale la dematerializzazione è diventata obbligo. Dunque, salvo le eccezioni ancora consentite durante questa fase transitoria, saranno cica cinquecentomila i medici e gli odontoiatri che prescriveranno le ricette in formato elettronico.

Ciò significa che le farmacie, nelle more, potranno continuare ad erogare i farmaci anche in presenza di ricette cartacee, per assicurare la piena continuità del servizio farmaceutico, pur se, anche per mezzo della circolare emanata da Federfarma, dal 1° gennaio, tanto le cosiddette “ricette rosse” che riguardano le prescrizioni di farmaci e le prestazioni  a carico del Servizio sanitario nazionale, quanto quelle bianche, cioè quelle che sono a pagamento, dovranno essere emesse in formato digitale.

La transizione all’esclusivismo digitale passerà, inevitabilmente, attraverso qualche problematica, come già è avvenuto nella fase di prova. Non pochi sono stati i problemi tecnici verificatisi sulle piattaforme digitali per l’emissione delle ricette elettroniche, poi risolti.

I conti vanno però fatti con una larga fetta di popolazione, quella anziana, e si sa che l’Italia non è un paese di giovani, i quali sono i principali fruitori delle ricette, in quanto sono coloro che maggiormente ricorrono al medico di base, ai farmaci e alle prestazioni riguardanti esami chimici ed elettromagnetici e molto spesso non hanno e non sanno utilizzare internet, oppure non posseggono uno smartphone. Secondo i dati Istat si tratta di un buon 30% della popolazione anziana, over 65. Un problema non da poco se si pensa che, a parte il periodo di transizione di cui si è parlato, non sono previste deroghe.

avv. Maria Antonella Mascaro

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