COMUNICATO 22 APRILE 2025
Dopo tre anni di trattative, i Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno raggiunto un’intesa preliminare per rafforzare la risposta globale alle eventuali future pandemie. Il documento non prevede alcun obbligo vaccinale, o altre imposizioni, ma lascerà ai governi dei vari paesi totale autonomia decisionale in materia sanitaria interna. Al centro dell’accordo ci sono la condivisione di dati biologici, l’accesso equo a farmaci e vaccini, il ruolo delle tecnologie, e la definizione di regole comuni che rispettino le diverse capacità nazionali.
A distanza di cinque anni dalla pandemia Covid-19, a causa della quale milioni di persone hanno perso la vita e in virtù del fatto che le economie dei paesi sono precipitate, i Paesi membri dell’OMS affrontano le nuove minacce sanitarie: dall’influenza aviaria H5N1 al morbillo, alla mpoxetina e all’ebola.
Alla fase finale dei negoziati non hanno partecipato gli Stati Uniti, usciti dall’Oms prima di tagliare la spesa per gli aiuti esteri e minacciare i dazi anche sui prodotti farmaceutici. Proprio su farmaci e vaccini l’accordo ha vacillato, rischiando di non essere portato a termine, a causa delle difficoltà incontrate dai Paesi più privi di risorse, ai tempi del Covid e sui criteri dei trasferimenti tecnologici.
Dopo molto tempo l’accordo è stato approvato all’unanimità e mira a “prevenire, preparare e rispondere alle pandemie”, nel rispetto del “diritto sovrano” degli Stati. Fanno da guida i criteri di “equità, solidarietà e trasparenza” e viene sottolineato che le decisioni in materia di sanità pubblica di fronte alle pandemie devono basarsi sui “migliori dati scientifici e fattuali disponibili”.
In sostanza i Paesi devono rafforzare la prevenzione e la sorveglianza delle pandemie, tenendo conto delle capacità e delle situazioni nazionali e regionali.
L’accordo prevede la creazione di un “Pathogen Access and Benefit Sharing System” (Pabs), cioè un registro degli agenti patogeni e dei prodotti sanitari derivanti dal loro utilizzo, come ad esempio vaccini o test.
La bozza di accordo verrà esaminata il 19 maggio durante l’assemblea generale dell’Oms, che dovrà effettuare una ratifica formale, se non ci saranno obiezioni.
Si tratta di imparare dagli errori del passato, onde non riproporli, in caso di pandemia. A distanza di cinque anni dal Covid si punta a dotare il sistema globale di strumenti più robusti e procedure meno improvvisate.
avv. Maria Antonella Mascaro