IL CNEL FOTOGRAFA L’ANDAMENTO DELLA SANITA’ PUBBLICA

Il CNEL ha presentato, nella giornata di ieri, la sua Relazione sui servizi pubblici, evidenziando un aumento della spesa sanitaria privata secondo quanto riportato nell’elaborato. La presentazione, che ha visto l’intervento del Presidente CNEL Renato Brunetta e del Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, si è focalizzata sulla valutazione dell’impatto e del valore pubblico generato dai servizi della PA, non solo sulla loro efficienza, andando, così, ad analizzare gli effetti concreti per cittadini e imprese.  E’ risultato, così, che la spesa annua italiana in sanità privata ha raggiunto i 42,6 miliardi di euro, il che corrisponde a circa il 25% del totale della spesa sanitaria nazionale. Questo dato segna un aumento del 2% rispetto all’anno precedente, come evidenziato nella relazione. E’ emerso, dunque, come dato inconfutabile che nel corso dell’ultimo decennio, il fabbisogno sanitario nazionale è cresciuto di circa 24 miliardi, con un incremento medio annuo nominale del 2%, che in termini reali si traduce in un +0,2%. Nonostante questo, il finanziamento pubblico della sanità in Italia nel 2023 si attesta al 74% della spesa totale, leggermente al di sotto della media europea, che è del 77,3%. Questi dati evidenziano come una quota significativa della popolazione si affidi sempre più alla sanità privata, fenomeno che incide in modo rilevante sul sistema sanitario complessivo del Paese. La relazione del CNEL segnala, inoltre, un preoccupante calo del numero dei medici di base e una carenza di personale nelle aree dell’emergenza-urgenza. Il deficit di infermieri rispetto alla media europea supera le 180mila unità, un dato che si riflette soprattutto nelle difficoltà di mantenere stabile il sistema pubblico. Un altro elemento critico riguarda la “fuga” dei giovani professionisti verso il settore privato o l’estero, un fenomeno che potrebbe compromettere la tenuta della sanità pubblica, soprattutto nelle regioni e nei territori più fragili e meno serviti. Si evidenziano, infatti, significative discrepanze regionali e subregionali sia in termini quantitativi che qualitativi, con carenze nell’offerta dei servizi e fragilità infrastrutturali in diverse aree del Paese. Inoltre, dal 2018 al 2023 si è registrata una riduzione del 2% negli esami specialistici e dell’1,7% nelle visite specialistiche. Nel 2024 quasi il 10% dei residenti ha rinunciato a visite o esami specialistici, un dato che aumenta rispetto al 2023 e al periodo pre-pandemico. Le principali cause di rinuncia sono la lunghezza delle liste di attesa e le difficoltà economiche nel sostenere i costi delle prestazioni sanitarie. Il dato nuovo che emerge dalla lettura della Relazione è la circostanza illustrata dal Presidente Brunetta durante l’esposizione delle risultanze emerse dall’indagine conoscitiva: “La valutazione della performance della PA viene intesa sempre più come misurazione del valore pubblico generato. Non si tratta più soltanto di verificare l’efficienza di un servizio, ma di comprendere il suo contributo reale nel concorrere al benessere della collettività. In questa chiave, l’Agenda ONU 2030 e i suoi 17 obiettivi diventano il quadro di riferimento sistemico per ogni politica pubblica. L’attenzione si concentra sugli effetti concreti: riduzione delle disuguaglianze, inclusione, equità di genere, salute, istruzione, ambiente”.

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