COMUNICATO 25 SETTEMBRE 2025
In Umbria si è tenuto un concorso per infermieri: tremila candidati per 124 posti disponibili nelle aziende sanitarie umbre, alle prese con i problemi legati ai turn over ed ai trasferimenti. La maggior parte dei partecipanti è giovane, il 60% sotto i trent’anni, in prevalenza donne, provenienti da Umbria, Lazio e Toscana, ma la problematica persiste. Vi è necessità di uno svecchiamento dell’intendere chi è oggi un infermiere, come svolge la sua attività lavorativa, cosa vuole essere.
Si riteneva un tempo non lontano che gli infermieri fossero in sovrannumero ed invece è esattamente il contrario. I numeri erano gonfiati da iscrizioni multiple: gli infermieri si iscrivevano a decine di concorsi in giro per l’Italia, ma manca il dato di coloro che iniziano e poi smettono al secondo anno o giù di lì. Non era segno di saturazione, ma della mancanza di occasioni di lavoro stabile.
La sigla sindacale più in voga per la categoria: FNOPI, ha rilevato una flessione delle iscrizioni ai test di infermieristica. La programmazione sanitaria deve guardare al futuro, non solo all’oggi. Finché si rincorrono emergenze si creano danni futuri.
La carenza di personale infermieristico non va letta solo alla luce delle domande che ci si pone oggi, ma di ciò che si vuole garantire domani. Nei prossimi anni migliaia di infermieri andranno in pensione, dunque per le nuove generazioni il “posto pubblico” non è più sufficiente. Servono condizioni di lavoro dignitose, possibilità di crescita, politiche di retention. L’assistenza infermieristica si sta spostando sul territorio di prossimità, sulla domiciliarità e sulla cronicità. Pertanto, la domanda di infermieri cresce, ma muta, perché è cambiato il modo di fare assistenza. Questa, ha bisogno di essere stratificata, di più figure che rispondano a bisogni differenti così da liberare i laureati e laureati magistrali in Infermieristica per i contesti dove la loro professionalità è insostituibile. Dunque, è fondamentale la pianificazione assistenziale, l’educazione sanitaria, i progetti di continuità, la gestione dei rischi, le prescrizioni di interventi, la misurazione degli esiti, così da rendere pienamente attuativo il profilo professionale.
Oggi non vi è certezza che i laureati scelgano il sistema pubblico, che rimangano in Italia o che prediligano alcune aree interne e disagiate. Per questo anche le modalità concorsuali sono diventate obsolete e non garantiste.
Per programmare servono dati prospettici, strumenti di analisi di sistema, politiche di attrattività e valorizzazione.