COMUNICATO 30 GIUGNO 2025
Il rapporto globale della Commissione sulle relazioni sociali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è allarmante per quanto riguarda l’assenza dei legami sociali che portando all’isolamento dell’individuo aumentano il rischio di patologie cardiache, cerebrali, diabete, disturbi cognitivi e influiscono negativamente sulla salute mentale.
La solitudine stessa è collegata ad un numero di cento decessi all’ora, per cui di parla di oltre ottocentomila decessi all’anno. Un numero impensabile!
Non si deve credere, inoltre, che il problema possa riguardare la popolazione anziana che, a causa dell’invecchiamento, vive di una sorta di isolamento naturale. Anzi, al contrario, la solitudine colpisce in particolar modo la popolazione giovane e le persone con tenore di vita basso o medio. I ragazzi fra i tredici e i ventinove anni che hanno dichiarato di sentirsi soli rappresentano circa il 20% della popolazione, dove l’età adolescenziale costituisce la forbice maggiore. La percentuale aumenta al 24% fra coloro che hanno un basso reddito.
Sembra un dato anacronistico, poiché si vive nell’era delle connessioni, ma, ormai, è assodato che, soprattutto nei giovani, la socialità “in presenza” può rappresentare un problema.
Secondo il rapporto dell’OMS la connessione sociale deve diventare una priorità per la salute pubblica, pertanto l’invito agli Stati membri è quello di incrementare le occasioni, attraverso fornitura di servizi che sono di fondamentale importanza per lo stato sociale, affinchè i legami sociali si incrementino.
Il rapporto prende in considerazione svariati gruppi di individui, non solo anziani e giovani, ma persone con disabilità, rifugiati, migranti, LGBTQ+, minoranze, cioè tutti coloro che potrebbero essere soggetti di discriminazione sociale.
Oltre a quanto già detto, ciò che influisce sull’isolamento dell’individuo, solo, o in piccoli gruppi può riguardare il cattivo livello di salute se si vive in aree di sottosviluppo, infrastrutture e politiche nazionali inadeguate (ad esempio, carenze o assenze di scuole, di ospedali) e anche di mezzi digitali, tutti elementi sui quali è fondamentale vigilare.
Le relazioni sociali aiutano la salute. Secondo lo studio portato all’attenzione dell’OMS possono ridurre le infiammazioni, diminuire il rischio di gravi problemi di salute, promuovere la salute mentale e prevenire la morte precoce.
La solitudine e l’isolamento creano ansia, depressione, autolesionismo con impatti deleteri.
Il rapporto dell’Oms offre quali possibili soluzioni azioni che si rivolgono alla politica, alla ricerca, agli interventi per il miglioramento attraverso il coinvolgimento del pubblico; dunque una politica sociale più importante con la creazione di aree fruibili dalla comunità come parchi, biblioteche, sale studio, servizi di comunità, nonché aumento dei servizi di sanità mentale con centri di psicologia. Occorre, però, ai finanziamenti, la partecipazione delle persone, secondo le proprie competenze e disponibilità.
Dal punto di vista economico, secondo questo rapporto, i costi per le conseguenze della solitudine e dell’isolamento sono maggiori rispetto a quelli necessari per creare infrastrutture che diminuirebbero quei fenomeni.