COMUNICATO 10 GIUGNO 2025
Secondo la fonte Inail il 10% degli infortuni sul lavoro nella sanità deriva da un’aggressione, circa tre volte di più, rispetto al settore secondario e terziario.
Lo studio si riferisce anche agli approfondimenti relativi alle recenti iniziative legislative per contrastare il fenomeno delle aggressioni, oltre a quelle indirizzate alla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione a sostanze cancerogene.
Nel 2023, i lavoratori in campo sanitario erano oltre un milione e mezzo: uno dei settori più colpiti dal fenomeno delle aggressioni sul lavoro. La curva purtroppo è in crescita poiché nel 2023 si è registrato il 3% in più rispetto al 2022, anno nel quale era stato registrato oltre il 15% in più rispetto al 2021. Quelli che provengono da aggressioni costituiscono circa il 10%.
Gli interventi legislativi, più volte commentati, promulgati a tutela dei lavoratori in campo sanitario, ivi compresa l’introduzione dell’arrestoin flagranza, l’aumento di pene per chi commette atti di vandalismo nei confronti o all’interno delle strutture sanitarie ed ulteriori rimedi quali l’introduzione di apparecchiature di sorveglianza, non hanno ancora sortito gli effetti sperati.
Sempre secondo i dati ufficiali Inail, le professioni in prima linea sono anche le più coinvolte negli infortuni sul lavoro: tre incidenti su dieci interessano infermieri e ostetriche, uno su quattro professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali come operatori sociosanitari, assistenti alla poltrona e puericultrici, seguiti da addetti all’assistenza personale, ausiliari, personale addetto alla riabilitazione e autisti di ambulanza.
Riguardo all’età la fascia più colpita, anche per decesso è quella fra i 50 e 64 anni; così come le parti del corpo maggiormente oggetto di aggressione sono le mani, la schiena e le gambe. I tipi di infortuni riguardano contusioni, lussazioni, distorsioni e distrazioni delle parti del corpo indicate.
Non sono pochi gli infortuni cosiddetti in itinere (cioè nel tragitto casa-lavoro), ma un dato interessante è che la maggior parte delle denunce proviene da donne, in coerenza con i dati occupazionali che vedono le lavoratrici, nel settore sanitario, nettamente preponderanti, specialmente se si fa riferimento al settore infermieristico e di ostetricia.