COMUNICATO 5 MAGGIO 2025
Lo “Short Report SDO 2023”, a cura dell’Ufficio 6 della ex Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, è una pubblicazione basata sui dati contenuti nel flusso nazionale della Scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO), che descrive le principali evidenze sull’attività di ricovero ospedaliero registratasi nell’anno 2023 in Italia. La qualità e la completezza informativa della banca dati SDO – legate prevalentemente alla sua valenza sotto il profilo gestionale – rendono la stessa unica nel panorama dei flussi del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) del Ministero della Salute. Nel 2023 la copertura della banca dati SDO si conferma particolarmente elevata: il 99,1% degli Istituti di ricovero pubblici, privati accreditati e non accreditati, compila le schede di dimissione ospedaliera e trasmette i relativi dati. Lo “Short Report”, pur sintetico, rappresenta una prima analisi dell’attività ospedaliera dell’anno 2023 in grado di offrire elementi utili per la lettura, in chiave sia epidemiologica che gestionale, del ricorso al ricovero ospedaliero, consentendo anche confronti a livello regionale. La pubblicazione, che si presenta articolata in capitoli descrittivi delle principali evidenze emerse dall’analisi della distribuzione delle dimissioni per tipo nelle varie Regioni, divisi per i ricoveri in acuzie e per quelli in riabilitazione, ha messo in luce una forte variabilità in relazione al contributo delle strutture pubbliche e private nell’erogazione dell’assistenza ospedaliera, che riflette l’ampia diversificazione dell’offerta nelle varie realtà regionali. Dall’attenta analisi e comparazione dei dati si rileva un incremento, rispetto all’anno precedente, delle ospedalizzazioni in tutti i regimi di ricovero (ordinario e day hospital – DH), sia per acuti che per post-acuti: trattasi complessivamente di 7.672.987 schede, +4,3% rispetto al 2022 e -6,4% rispetto al 2019. Nel 2023 il volume di giornate e accessi diurni, pari a 53.955.975, aumenta di circa il +2,9% rispetto al 2022 (-6,5% rispetto al 2019). Si assiste, dunque, ad un aumento del tasso di ospedalizzazione: la degenza media per acuti in regime ordinario nel 2022 è stata pari a 7,1 giorni, in diminuzione rispetto al periodo pandemico (7,4 nel 2021 e 7,5 nel 2020). Nel 2013 era pari a 6,8 giorni, ed è rimasta pressoché costante fino al 2019 (7,0). Nell’elaborato viene, altresì, messo in risalto il fenomeno della cd. “mobilità di confine” in base al quale la popolazione che risiede in prossimità del confine con un’altra Regione tende comunque ad effettuare prestazioni sanitarie al di fuori della propria per motivi che esulano dalla qualità e dall’offerta assistenziale disponibile (ad esempio, per motivazioni legate alla comodità degli spostamenti); tale fenomeno tende ad alterare una corretta lettura della mobilità, poiché è difficilmente eliminabile e, tra l’altro, è anche influenzata dalla dimensione e dalla forma dei confini regionali. Tuttavia, è stato registrato un aumento della percentuale dei ricoveri in mobilità per ciascun tipo di attività e regime di ricovero (tranne acuti day hospital), tendendo ai valori del periodo precedente all’epidemia da Sars-CoV-2 e in alcuni casi superandoli. “Nel 2023 si registra una sostanziale stabilità rispetto al 2022, con variazioni, in alcuni casi minime”. Inoltre, si legge nella relazione ministeriale, che “l’andamento della remunerazione teorica delle prestazioni di ricovero ospedaliero a carico del SSN dal 2013 al 2023, segue sostanzialmente il trend dei tassi di ospedalizzazione, con una lenta riduzione delle remunerazioni culminata nel 2020 e un progressivo recupero partito nel 2021 e proseguito nei due anni successivi”. Naturalmente, va precisato che la remunerazione teorica delle prestazioni di ricovero ospedaliero poste a carico del SSN, secondo quanto riportato dal Ministero nel report e nei grafici allegati, è stimata sulla base dell’ipotesi che ogni ricovero sia remunerato in ogni regione secondo i valori delle tariffe di riferimento nazionali ex DM 18/10/2012 e la casistica sia raggruppata secondo il sistema di classificazione DRG versione 24. Pertanto, i valori riportati non coincidono con i costi effettivamente sostenuti per l’assistenza ospedaliera.