Violenza di genere anche negli ospedali

E’ veramente triste dover rappresentare che all’indomani della giornata dedicata alla celebrazione sullo stop alla violenza di genere, la stessa violenza colpisce il genere femminile, il personale femminile, le infermiere, in particolare, per oltre il 70% delle aggressioni che avvengono nelle strutture sanitarie.

Il dato è del sindacato Nursing Up che lo ha ricordato proprio ieri nella Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.

Le infermiere molto spesso sono abbandonate a loro stesse e possono contare esclusivamente sull’aiuto degli agenti di vigilanza. Sì perché come sappiamo, ormai, da anni le società di vigilanza hanno gli appalti per la sorveglianza degli ospedali pubblici e privati.

Non c’è una giustificazione mai alla violenza, di qualunque tipo essa sia, ma sentirne parlare, così spesso, in luoghi di cura, dove il personale infermieristico, per la maggior parte di genere femminile, in considerazione anche dell’enorme carenza di numero, si prodiga quotidianamente per i pazienti, ha veramente il sapore dell’inciviltà.

Si tratta di tirate di capelli, di oggetti scagliati addosso, di strangolamenti, di aggressioni con armi bianche, a volte sventati, ma molto più spesso con conseguenze di lesioni, anche gravissime.

Il sindacato denuncia il 2024 come l’annus horribilis, a causa del numero enorme di brutali violenze contro le professioniste sanitarie nel nostro Paese.

Più del 90% dei grandi ospedali non dispone di un presidio di polizia attivo ventiquattro ore. Affidarsi esclusivamente ai vigilantes, che non possono intervenire fisicamente, seppur armati, non basta.

Le nuove previsioni porterebbero a disciplinare una ulteriore restrizione delle norme già approvate ed inserite nel codice penale che prevedono il reato di lesioni nei confronti del personale sanitario.

Nel nuovo decreto si è disciplinato l’arresto obbligatorio in flagranza per coloro i quali compiano atti di violenza nei confronti di tutti coloro che esercitano una professione sanitaria e nei riguardi di coloro che danneggino beni destinati all’assistenza e alla cura, con la possibilità di arresto in flagranza di reato e in flagranza differita, laddove sia disponibile la documentazione, per esempio video, che provi la commissione del reato. Ma è necessario prima reintrodurre presidi di polizia permanenti nei reparti a rischio; serve, inoltre, che venga inserita la formazione obbligatoria per gestire conflitti e situazioni di emergenza e che vengano destinate risorse per alleggerire il carico fisico ed emotivo di chi lavora in prima linea.

E’ indispensabile garantire la sicurezza del personale sanitario: senza sicurezza sul posto di lavoro non esiste dignità sociale e civiltà.

Le riforme sono sul tavolo, ma occorrono le risorse economiche che nei decreti non vengono menzionate. 

avv. Maria Antonella Mascaro

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