COMUNICATO 29 OTTOBRE 2024
Per contenere l’aumento della temperatura, nel 2015, 194 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno firmato il famoso Accordo di Parigi sul clima con il quale i Governi di tutto il mondo si sono impegnati a contenere il riscaldamento terrestre entro 1,5°c. A tal fine sono stati definiti e sono continuamente aggiornati molti obiettivi intermedi, tra i quali la riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo del 55% entro il 2030 e pari a zero nel 2050.
Per ogni specifico settore di attività (energia, agricoltura, trasporti, città, edifici, sanità, …), vi sono molte soluzioni fattibili ed efficaci, ma è necessario che vi sia il contributo di tutti: il mondo sanitario deve fare la sua parte.
Il sistema sanitario contribuisce per circa il 5%, alle emissioni complessive di gas: un valore pari al doppio dell’intero trasporto aereo mondiale.
Le cose da fare sono tante, riducendo le emissioni migliora anche la qualità e la sicurezza delle cure.
Una delle indicazioni riguarda la gestione degli edifici in quanto per riscaldare, raffreddare e illuminare le strutture sanitarie, si consuma un’enorme quantità di energia. L’efficientamento energetico degli edifici rappresenta, quindi, un buon punto di partenza per ridurre l’emissione di gas.
Altro tema concerne i trasporti, cioè la mobilità del personale e dei pazienti. Occorre promuovere il trasporto pubblico e favorire la mobilità attiva (a piedi o in bicicletta) con percorsi pedonali protetti, piste ciclabili e parcheggi attrezzati per monopattini e biciclette.
Ancora, la digitalizzazione e la telemedicina devono essere un sostituto indispensabile ad evitare viaggi dei pazienti e dei loro accompagnatori possono essere ridotti attraverso adeguate iniziative di telemedicina.
L’uso dei gas anestetici è un altro tema di cui si è discusso, poiché l’uso di desflurano è più dannoso per l’ambiente dell’anidride carbonica di circa 2.500 volte in più. Può essere sostituito con gas anestetici altrettanto efficaci, sicuri e meno dannosi.
I rifiuti sanitari impattano sull’ambiente con una percentuale almeno del 5%, quando si potrebbe contenerli attraverso iniziative finalizzate a diminuire la loro quantità, imitando l’impiego di prodotti monouso e favorendo la raccolta differenziata.
Le emissioni generate dal cibo possono essere ridotte adottando menù tendenzialmente vegetariani che sono anche più salutari per l’uomo, rivedendo gli appalti di ristorazione e recuperando gli scarti.
Gran parte delle emissioni attribuibili ai servizi sanitari sono generate durante le fasi di produzione, trasporto, utilizzo e smaltimento delle apparecchiature medicali, dei dispositivi medici, dei farmaci, del cibo e dei materiali di consumo. Sebbene il settore sanitario non controlli direttamente queste emissioni, è evidente l’importanza di porre attenzione agli acquisti, avendo cura di selezionare le aziende e i prodotti che minimizzano i rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
Le prestazioni di diagnosi e cura devono essere appropriate: solo una parte è basata su linee guida. Il controllo dell’eccesso di prestazioni è considerata una tra le più importanti misure di contenimento dell’impronta climatica dei servizi sanitari, oltre che un valido strumento per ridurre gli sprechi e migliorare la qualità delle cure.
avv. Maria Antonella Mascaro