L’aiuto della sanità per contenere le emissioni di gas

Per contenere l’aumento della temperatura, nel 2015, 194 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno firmato il famoso Accordo di Parigi sul clima con il quale i Governi di tutto il mondo si sono impegnati a contenere il riscaldamento terrestre entro 1,5°c. A tal fine sono stati definiti e sono continuamente aggiornati molti obiettivi intermedi, tra i quali la riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo del 55% entro il 2030 e pari a zero nel 2050.

Per ogni specifico settore di attività (energia, agricoltura, trasporti, città, edifici, sanità, …), vi sono molte soluzioni fattibili ed efficaci, ma è necessario che vi sia il contributo di tutti: il mondo sanitario deve fare la sua parte.

Il sistema sanitario contribuisce per circa il 5%, alle emissioni complessive di gas: un valore pari al doppio dell’intero trasporto aereo mondiale.

Le cose da fare sono tante, riducendo le emissioni migliora anche la qualità e la sicurezza delle cure.

Una delle indicazioni riguarda la gestione degli edifici in quanto per riscaldare, raffreddare e illuminare le strutture sanitarie, si consuma un’enorme quantità di energia. L’efficientamento energetico degli edifici rappresenta, quindi, un buon punto di partenza per ridurre l’emissione di gas.

Altro tema concerne i trasporti, cioè la mobilità del personale e dei pazienti. Occorre promuovere il trasporto pubblico e favorire la mobilità attiva (a piedi o in bicicletta) con percorsi pedonali protetti, piste ciclabili e parcheggi attrezzati per monopattini e biciclette.

Ancora, la digitalizzazione e la telemedicina devono essere un sostituto indispensabile ad evitare viaggi dei pazienti e dei loro accompagnatori possono essere ridotti attraverso adeguate iniziative di telemedicina.

L’uso dei gas anestetici è un altro tema di cui si è discusso, poiché l’uso di desflurano è più dannoso per l’ambiente dell’anidride carbonica di circa 2.500 volte in più.  Può essere sostituito con gas anestetici altrettanto efficaci, sicuri e meno dannosi.

I rifiuti sanitari impattano sull’ambiente con una percentuale almeno del 5%, quando si potrebbe contenerli attraverso iniziative finalizzate a diminuire la loro quantità, imitando l’impiego di prodotti monouso e favorendo la raccolta differenziata.

Le emissioni generate dal cibo possono essere ridotte adottando menù tendenzialmente vegetariani che sono anche più salutari per l’uomo, rivedendo gli appalti di ristorazione e recuperando gli scarti.

Gran parte delle emissioni attribuibili ai servizi sanitari sono generate durante le fasi di produzione, trasporto, utilizzo e smaltimento delle apparecchiature medicali, dei dispositivi medici, dei farmaci, del cibo e dei materiali di consumo. Sebbene il settore sanitario non controlli direttamente queste emissioni, è evidente l’importanza di porre attenzione agli acquisti, avendo cura di selezionare le aziende e i prodotti che minimizzano i rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Le prestazioni di diagnosi e cura devono essere appropriate: solo una parte è basata su linee guida.  Il controllo dell’eccesso di prestazioni è considerata una tra le più importanti misure di contenimento dell’impronta climatica dei servizi sanitari, oltre che un valido strumento per ridurre gli sprechi e migliorare la qualità delle cure.

avv. Maria Antonella Mascaro

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