La Conferenza Stato-Regioni approva la nuova figura dell’assistente infermiere

Nella seduta del 3 Ottobre u.s. la Conferenza permanente Stato-Regioni ha ufficialmente approvato il nuovo profilo professionale dell’Assistente Infermiere, una figura che rappresenta un’evoluzione dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS) e che, grazie a una formazione aggiuntiva, si pone come supporto fondamentale per il personale infermieristico.

L’accordo sottoscritto, infatti, introduce e regolamenta un apposito corso di formazione per “il profilo professionale di Assistente infermiere, quale operatore di interesse sanitario di cui alla legge 1° febbraio 2006, n. 43, che svolge attività rivolte alla persona, al fine di fornire assistenza diretta e supporto gestionale, organizzativo e formativo in contesti territoriali e ospedalieri, sanitari, socio-sanitari e sociali, presso servizi e strutture residenziali, semi-residenziali e diurne, a domicilio”.

La figura dell’assistente infermiere viene definita come un “operatore in possesso della qualifica di operatore socio sanitario che a seguito di un ulteriore percorso formativo consegue la qualifica di Assistente infermiere”.

Questa nuova figura si inserisce in un contesto sempre più complesso, dove la collaborazione interdisciplinare è essenziale per garantire una cura efficiente e di qualità. L’Assistente Infermiere opera secondo le indicazioni dell’infermiere e in sinergia con tutto il team di cura, assumendosi la responsabilità della correttezza delle proprie attività.

Tra chi ne plaude la nascita, come la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche e chi, invece, ci vede solo grandi ambiguità e pericoli, la nuova figura dell’Assistente Infermiere ha ricevuto, oramai, il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni.

Da quanto si legge nei decreti dedicati alla revisione del profilo dell’operatore sociosanitario e alla istituzione della nuova figura, nei contesti organizzativi in cui è previsto l’inserimento nei team assistenziali dell’Assistente Infermiere, esso dovrà collaborare con gli infermieri assicurando le attività sanitarie identificate nel provvedimento, oltre a svolgere le attività proprie del profilo di operatore socio sanitario.

Viene specificato che le sue attività sono rivolte alla persona per fornire assistenza diretta di tipo sanitario e supporto gestionale, organizzativo e formativo. In rapporto alla gravità clinica dell’assistito e all’organizzazione del contesto, svolgerà le proprie attività secondo le indicazioni dell’infermiere e in collaborazione e integrazione con gli altri operatori. Nella pratica le mansioni principali includeranno: il supporto alla cura del paziente mediante assistenza nella somministrazione di terapie e nella gestione delle esigenze quotidiane dei pazienti; il monitoraggio delle condizioni di salute: effettuare rilevamenti e segnalare eventuali cambiamenti nelle condizioni dei pazienti; attività amministrative: gestire pratiche burocratiche legate all’assistenza e facilitare la comunicazione tra pazienti e professionisti sanitari.

Anche per questa figura, Regioni e province dovranno definire annualmente il bisogno formativo e il fabbisogno professionale dopo aver informato le organizzazioni sindacali rappresentative, provvedono inoltre all’organizzazione dei corsi di formazione sempre nel rispetto delle disposizioni del decreto.

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