COMUNICATO DEL 10 SETTEMBRE 2024
E’ stato presentato in Senato un disegno di legge che mira a fermare le aggressioni al personale sanitario, lanciando un messaggio molto forte sulla gravità di talune manifestazioni violente.
La legge penale era stata già modificata, attraverso un reato ad hoc e un notevole inasprimento delle pene, oltre alla procedibilità d’ufficio in merito alla violenza esercitata sul personale sanitario. Le integrazioni e modifiche sono molto recenti; tuttavia gli episodi di aggressione sono in aumento, ma la proposta presentata in Senato andrà studiata con attenzione perché conduce a soluzioni che forse poco si attagliano ai parametri di costituzionalità che, fortunatamente, ancora regnano sovrani nel paese.
E’ vero che i dati non sono confortanti, poiché i casi di aggressione nei confronti degli operatori sanitari, in tutta Italia, hanno ormai superato il livello di guardia. Dalla relazione 2023 dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio sanitarie (Onseps), inviata alle Camere nel marzo scorso, sono emersi 16 mila episodi di aggressione con 18 mila operatori coinvolti.
Si è sentita la necessità di intervenire, come è stato fatto in un recentissimo passato, ma il disegno di legge va oltre la soglia di tolleranza, proponendo, come si è letto nelle rassegne stampa di questi giorni una sorta di “Daspo” per coloro che commettono aggressioni nei confronti del personale sanitario.
Il suddetto disegno di legge è formato da un solo articolo e prevede, per gli aggressori, la sospensione, per tre anni, della gratuità di accesso alle cure programmate e di elezione.
Nella relazione introduttiva si legge che la misura da un lato lancerebbe un messaggio forte, dall’altro costituirebbe un deterrente.
In sostanza chi si macchia di questo tipo di reati, ivi compresi i furti nei confronti dei sanitaricontinuerebbe ad avere diritto alle cure, ma queste non saranno più gratuite, escludendo chiaramente le prestazioni salvavita e quelle di salute collettiva. Le somme in entrata alle aziende sanitarie saranno inscritte in bilancio con vincolo di destinazione finalizzato al potenziamento delle misure di sicurezza negli ambienti sanitari.
Inoltre, si prevede che Agenas, sulla base delle segnalazioni delle Regioni, inserisca i dati degli autori di aggressioni contro gli operatori sanitari nella Piattaforma Nazionale delle Liste di Attesa. In questo modo il sistema riconoscerà che l’utente in questione, “marchiato” deve pagare le prestazioni sanitarie.
Le Regioni, inoltre, tramite il Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria, avranno il compito di verificare e segnalare eventuali inadempienze a livello di Aziende Sanitarie che costituiscono danno erariale.
Non è molto comprensibile come questo sistema possa trovare spazio rispetto ai principi di solidarietà universalistica del servizio sanitario nazionale e, dunque con il diritto alla salute, così fortemente concepito e sentito nel nostro paese e sancito all’art. 32 della Costituzione.
Non somministrare cure gratuite a chi si macchia di un reato non è propriamente in linea con quanto i nostri padri costituzionali hanno inteso codificare.
avv. Maria Antonella Mascaro