Mobilità passiva drammatica per la Regione Marche

La mobilità passiva per la Regione Marche è pesata per oltre 400 milioni di euro in 10 anni. Soldi pubblici che potevano invece essere investiti per potenziare i servizi regionali, ma che purtroppo sono stati regalati alle altre regioni, principalmente Lombardia ed Emilia Romagna.

Basti pensare che nel 2021 i flussi di pazienti in uscita sono costati 145,8 milioni di euro, nel 2022 sono saliti a 156,5 milioni.

I pazienti vanno oltre confine sia per ricoveri ordinari, sia per specialistica ambulatoriale. L’Emilia Romagna è la regione che cattura più pazienti, in quanto il 50% dei ricoveri di residenti marchigiani che decidono di migrare oltre confine per curarsi, vengono trattati in ospedali in Emilia Romagna.

Seguono la Lombardia con il 13% circa, l’Umbria e il Lazio con percentuali attorno all’8-9%.

Le aree con maggiore indice di mobilità passiva sono quella ortopedico-traumatologica e cardiologica interventistica.

La Lombardia è la più scelta dai marchigiani per la cura di patologie rilevanti come la cardiologia interventistica. L’altra metà del cielo è rappresentata dalla mobilità attiva, che nel 2022 ha raggiunto i 112 milioni di euro a fronte dei 104,7 del 2021. Una curva in crescita anche in questo segmento dunque, ma non basta a compensare le uscite, lasciando un buco di 45 milioni di euro.

Dato importante è invece quello rilevato sulla mobilità attiva, il cui contributo principale è quello espresso dalle strutture private. Pertanto il pubblico perde pazienti verso altre regioni, mentre il privato delle Marche guadagna in mobilità attiva, soprattutto per i ricoveri associati alle specialità di area ortopedico-traumatologica, neurologica e di chirurgia generale.

I pazienti che scelgono le Marche per ricoverarsi sono soprattutto quelli abruzzesi, che nel 2022 hanno contribuito alla mobilità attiva per 47,6 milioni di euro, cifre che non bastano a recuperare il saldo negativo.

Come ricetta per invertire questa tendenza, il Piano socio sanitario 2023/2025 si propone di rendere la sanità sempre più territoriale, avvicinando i servizi al cittadino. Ma la ragione per cui i marchigiani scelgono di curarsi altrove non è solo legata a questioni di prossimità geografica. «La migrazione – spiega proprio il Piano socio sanitario – può derivare in parte da scelte connesse ad aspetti qualitativi del servizio percepiti dal paziente e, in parte, dalla presenza nel territorio a nord delle Marche di poli ospedalieri di eccellenza (ad esempio, il polo ortopedico-traumatologico Istituto Rizzoli di Bologna)». Invertire questa percezione diventa la priorità assoluta perché perdere tra i 40 e i 45 milioni l’anno in mobilità passiva, rischia di affossare un sistema già in affanno.

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